VARIE

« Older   Newer »
  Share  
INDYGOKU
view post Posted on 30/11/2010, 01:27




La NASA svela il mistero di CHANDRA: è un buco nero neonato



image


In una conferenza in diretta mondiale sul sito della NASA, l'Agenzia Spaziale Americana ha annunciato dopo una lunga attesa una delle più sorprendendi scoperte nel campo dell'astrofisica mai compiute dall'uomo. Tutti noi ricercatori e appassionati di astronomia speravamo che potesse essere finalmente annunciata una vicina nana bruna alle porte del Sistema Solare. Alcuni speravano addirittura in una dichiarazione esobiologica per la presenza di vita extraterrestre o di qualche altra sconvolgente verità cosmica. Nulla di tutto ciò, ma sapere, che pochi anni fa, un buco nero è nato ad una distanza relativamente vicina da noi, fa comunque dell'annuncio, qualcosa di unico e sensazionale. L'immagine in alto mostra una supernova all'interno della galassia M100 galassia che conterrebbe il più giovane buco nero mai scoperto nel nostro vicinato cosmico. In questa immagine, i raggi x di Chandra appaiono di colore oro, mentre i dati ottici del Very Large Telescope sono mostrati in giallo-bianco e quelli ad infrarossi dello Spitzer Space Telescope sono in rosso. La posizione della supernova, nota come SN 1979C, è etichettata.



SN 1979C fu scoperta nel 1979 da un astronomo dilettante. La galassia M100 si trova nell'ammasso della Vergine a circa 50 milioni di anni luce dalla Terra. Questa età di circa 30 anni, più la sua distanza relativamente vicina, fa di SN 1979C il più prossimo esempio di nascita di un buco nero mai osservato, se l'interpretazione da parte degli scienziati è corretta.
I dati di Chandra, così come quelli del NASA Swift, dello XMM-Newton del'ESA e dell'osservatorio tedesco ROSAT hanno rivelato una fonte luminosa di raggi X che è rimasta costante per i 12 anni dal 1995 al 2007. Questo comportamento e lo spettro dei raggi X, o la distribuzione di raggi X sostengono l'idea che l'oggetto in SN 1979C è un buco nero alimentato sia dal materiale in ricaduta nel buco nero dopo la supernova, sia da un binario compagno.

Gli scienziati pensano che SN 1979C si sia formato quando una stella circa 20 volte più massiccia del Sole è collassata. Il tipo di supernova esplosa aveva espulso parte del materiale ricco di idrogeno per cui è improbabile che possano essere stati associati con dei gamma-ray burst (GRB). Le Supernovae sono state talvolta associate ai GRB, ma solo quando la stella esplosa aveva completamente perso il suo involucro di idrogeno. Poiché la maggior parte dei buchi neri dovrebbero formarsi, quando il nucleo di una stella collassa e nessu gamma-ray burst viene prodotto, questa potrebbe essere la prima volta in cui osserviamo praticamente in diretta la nascita di un buco nero. La giovane età di circa 30 anni dell buco nero è il valore osservato, cioè l'età dei resti così come appare nell'immagine. Gli astronomi stimano in tal senso l'età a causa della natura del loro campo di osservazione, in cui l'Universo si basa sulla conoscenza quasi interamente delle radiazioni elettromagnetiche ricevute dai telescopi.

Tabella della scoperta

Credit X-ray: NASA/CXC/SAO/D.Patnaude et al, Optical: ESO/VLT, Infrared: NASA/JPL/Caltech
Scale Image is 5 by 4 arcmin, (72,000 x 58,000 light years)
Category Supernovas & Supernova Remnants , Black Holes
Coordinates (J2000) RA 12h 22m 54.9s | Dec +15° 49' 21''
Constellation Coma Berenices
Observation Date Feb 18, 2006 & Apr 20, 2008
Observation Time 15 hours 16 min
Obs. ID 6727, 9121
Color Code X-ray (Gold); Optical (Yellow-white, Blue), Infrared (Red)
Instrument ACIS
References Patnaude, D, et al. 2010, New Astronomy (in press); arXiv:0912.1571
Distance Estimate About 50 million light years
Release Date November 15, 2010



fonte: http://nemsisprojectresearch.blogspot.com/...-chandra-e.html

 
Top
INDYGOKU
view post Posted on 15/12/2010, 17:11




Più vecchio del possibile
di Federica Sgorbissa

La datazione di un ammasso di galassie mette in crisi i modelli di formazione delle galassie nell’Universo



NOTIZIE – È una conferma che porta scompiglio fra gli astrofisici: se corrette le conclusioni di Stefano Andreon, astrofisico dell’INAF-Osservatorio di Brera e Marc Huertas-Company, dell’Osservatorio Astronomico di Parigi-Meudon, riportata oggi su Astronomy & Astrophysics, rischiano di portare alla revisione dei più accreditati modelli di formazione delle galassie e degli ammassi di galassie. I dati raccolti dai due astrofisici infatti confermano che JKCS041, l’ammasso di galassie “prodigio”, è davvero vecchissimo, talmente vecchio da non poter esistere in accordo con quanto si crede oggi sull’Universo. Ma visto che c’è e che lo studio di Andreon e Huertas-Company ribadisce che l’ammasso ha suppergiù 10 miliardi e 620 milioni di anni, questo vuol dire che quando l’Universo non aveva nemmeno un quarto dell’età attuale era già lì e non era dissimile dagli ammassi di galassie odierni. Ma secondo la maggior parte dei modelli a quell’età dell’universo ammassi di questo genere non ce ne potevano essere.

“In base ai modelli di evoluzione delle galassie più accreditati, imbattersi in un ammasso con una sequenza di galassie rosse pienamente formata a 10.6 miliardi di anni luce di distanza è un po’ come aprire un antico sarcofago egizio e trovarci dentro un iPod: semplicemente, quell’oggetto non dovrebbe essere lì.” Così si legge nel comunicato stampa diffuso da INAF, che descrive bene lo sbigottimento dell’astrofisico di fronte a un oggetto impossibile.
Già nel 2009 lo stesso Andreon, a guida di un team internazionale di scienziati, aveva fornito una prima stima dell’età dell’ammasso, che aveva stupefatto la comunità internazionale degli astrofisici. La verifica attuale non solo conferma quanto già osservato, ma sposta ancora più indietro le lancette di quanto sia stato fatto precedentemente. Se questa stima verrà accettata definitivamente degli astrofisici, a questo punto sarà per forza necessario iniziare a pensare come riscrivere le prime pagine della storia delle galassie.

fonte: http://oggiscienza.wordpress.com/2010/12/1...-del-possibile/
 
Top
INDYGOKU
view post Posted on 22/12/2010, 12:01




UN GRUPPO DI PIANETI EXTRASOLARI RIMETTE IN DISCUSSIONE TUTTE LE TEORIE ESISTENTI

Un sistema planetario enigmatico. Anzi, sconcertante, perché mette in crisi i due modelli di formazione di pianeti utilizzati finora dagli astronomi. A spiegarcene il motivo dalle pagine di Nature è un gruppo di ricercatori dell'Herzberg Institute of Astrophysics di Victoria (British Columbia). Coordinati dal ricercatore Christian Marois, gli scienziati canadesi hanno infatti scoperto un quarto pianeta gigante intorno alla stella HR 8799, a circa 118 anni luce da noi, nella costellazione di Pegaso. Si tratta davvero di un curioso "poker" di pianeti, perché al momento non c'è alcuna teoria in grado di spiegarne la nascita. I primi tre sono stati scoperti due anni fa dallo stesso Marois, e il quarto è stato individuato analizzando immagini infrarosse riprese di recente all'Osservatorio Keck II.
La ricerca di pianeti extrasolari è un campo di relativamente giovane ma estremamente promettente: in soli 15 dalla scoperta del primo, oggi ne conosciamo più di 500. La maggior parte di essi viene individuata in maniera indiretta, per esempio misurando le perturbazioni gravitazionali indotte sulla stella principale, oppure osservando la diminuzione di luce della stella quando il pianeta le transita davanti. In pochi casi, come per il sistema di HR 8799, è stato invece possibile osservare direttamente i pianeti. In questo caso, infatti, i corpi sono molto distanti dalla stella, più di 25 volte la distanza media Terra-Sole (da 15 a 70 volte il raggio terrestre). Inoltre si tratta di pianeti giovani, con meno di 100 milioni di anni, e sono quindi ancora molto caldi e brillanti perché stanno irradiando nello Spazio l'energia gravitazionale acquisita durante la loro recente formazione.
Principalmente esistono due meccanismi proposti per la formazione di pianeti. In un primo modello (core accretion), la formazione procede attraverso due fasi, dapprima un accrescimento su un nucleo e poi un successivo deposito di materiale più esterno, principalmente idrogeno e elio. In base a un modello alternativo, la formazione avviene in un singolo passaggio, cioè dalla frammentazione di una nube di gas e polveri (disc instability). Studiando la formazione di questo sistema planetario attraverso simulazioni, i ricercatori hanno scoperto che questi meccanismi di formazione non possono produrre un sistema planetario gravitazionalmente stabile e che riproduca le caratteristiche osservate. Una possibilità è che i pianeti si siano formati grazie ad un sistema "ibrido" o, piuttosto, che siano migrati nella loro posizione attuale.
"Il modello principale, detto core accretion, spiega bene i pianeti che orbitano a una distanza dalla loro stella pari a quella Saturno-Sole", dice a Galileo Raffaele Gratton, planetologo dell'INAF-Osservatorio Astronomico di Padova: "Già, quindi, facciamo fatica a spiegare la posizione di Urano e Nettuno; a distanze come quelle osservate per il nuovo sistema, il modello non è certamente applicabile. Il secondo meccanismo "sostenuto da una minoranza di astronomi" ammette la formazione di massimo uno, due pianeti a quelle distanze, non certo quattro. Non è la prima vota che ci troviamo di fronte a questa incongruità: evidentemente, qualcosa nei nostri modelli deve essere cambiato. Il difficile, ora, è capire cosa".

fonte: http://koroljov.splinder.com/post/23767479...eorie-esistenti
 
Top
INDYGOKU
view post Posted on 3/1/2011, 19:48




Le 10 teorie cosmiche più sconvolgenti del 2010

image


Fonte immagine: LHC-progetto ALICE, CERN di Ginevra


Capodanno, giorno di classifiche e top ten. Mi piace moltissimo quella appena letta su Nationalgeographic.it che, per far cosa gradita ai curiosi come me, riproduco qui, con l'aggiunta però di un po' di link di approfondimento.


1. Ogni buco nero contiene un altro universo? Come un elemento di una matrioska, il nostro universo potrebbe essere annidato all'interno di un buco nero, a sua volta parte di un universo più grande. Almeno così hanno proposto alcuni astronomi in aprile. A loro volta, tutti i buchi neri scoperti nel nostro universo potrebbero essere porte d'accesso a realtà alternative.

2. Il tempo finirà tra 5 miliardi di anni? Secondo la teoria dell'eterna inflazione, il nostro universo è soltanto uno fra molti, e in base a questo modello alcuni fisici hanno speculato che il tempo nel nostro cosmo finirà tra appena 5 miliardi di anni.

3. Nuove prove che "strutture" ignote strattonano l'universo. Il "flusso oscuro" non è casuale, suggerisce uno studio pubblicato in marzo che rafforza l'ipotesi dell'esistenza di "strutture" sconosciute e invisibili nascoste ai margini della creazione.

4. La gravità di Einstein confermata su scala cosmica. Secondo una ricerca pubblicata in marzo, la teoria della gravità proposta da Albert Einstein quasi un secolo fa può spiegare la danza delle galassie l'una attorno all'altra con la stessa precisione con cui prevede il moto dei pianeti attorno al Sole.

5. Primi risultati di LHC: il Big Bang ha generato un universo "liquido". Secondo i dati resi pubblici in dicembre dai fisici del Large Hadron Collider del CERN, subito dopo il Big Bang l'universo si comportava come un liquido estremamente denso e caldo.

6. L'esistenza dell'universo potrebbe essere spiegata da un nuovo materiale. Circa 13,7 miliardi di anni fa, il Big Bang ha prodotto una brodaglia di materia che, alla fine, ha dato origine alla vita, all'universo, a tutto. Ora un nuovo materiale, descritto per la prima volta in agosto, potrebbe aiutare gli scienziati a scoprire perché. [ndr. non ho trovato in rete riferimenti al "nuovo materiale", perciò inserisco, a riprova del fermento in atto in questo campo tra gli stessi studiosi italiani, il link di un recentissimo comunicato stampa su un progetto di ricerca finanziato dal governo (fa davvero notizia!)]

7. Sono le increspature dello spazio-tempo a innescare i lampi gamma anomali? Uno studio pubblicato in agosto ipotizza che le "palle di fuoco" insolitamente brevi e intense nell'universo distante, chiamate gamma-ray burst, o lampi di raggi gamma, potrebbero essere prodotte dal "pizzicamento" di invisibili stringhe cosmiche, increspature ultradense dello spazio-tempo.

8. Strutture misteriose emergono dal nucleo della Via Lattea. Due immense, bolle mai viste prima, che emettono radiazione gamma, si gonfiano dal centro della Via Lattea, secondo osservazioni rivelate in novembre da alcuni astronomi.

9. La relatività di Einstein influenza (poco) l'invecchiamento sulla Terra. Stando in piedi su una scala a pochi gradini dal suolo invecchierete un po' più lentamente che non stando sul pavimento, secondo una ricerca illustrata in settembre. La scoperta è legata agli strani effetti di distorsione del tempo previsti dalla teoria della relatività di Albert Einstein. Per la prima volta si è dimostrato che questi fenomeni influiscono anche su distanze e tempi relativamente brevi.

10. Scoperte le più grandi molecole dello spazio: risolto il mistero delle buckyball. In luglio gli astronomi hanno annunciato che molecole di buckminsterfullerene, o buckyball, composte da 60 atomi di carbonio e a forma di pallone da calcio, sono state scoperte per la prima volta nello spazio.

fonte: http://22passi.blogspot.com/2011/01/le-10-...onvolgenti.html
 
Top
INDYGOKU
view post Posted on 10/2/2011, 13:20




Scoperto un nuovo sistema solare con sei esopianeti, by Kepler!

image


NEWS SPAZIO :- Protagonista di questa emozionante notizia è ancora una volta il Telescopio Spaziale americano KEPLER, il "cacciatore" di pianeti il più possibile simili alla nostra Terra.

Solamente pochi giorni fa avevamo assistito alla scoperta del suo primo esopianeta roccioso. La nuova scoperta diffusa dalla NASA è altrettanto più importante se non di più.
Un intero sistema solare, una stella e sei pianeti in orbita attorno ad essa sono stati individuati dai dati raccolti dal telescopio americano.


E’ una distanza enorme quella che ci separa da Kepler-11, questo è il nome della stella di questo nuovo sistema planetario, circa 2000 anni luce. La stella è un sole giallo simile al nostro.
Il suo primato è quello di essere la prima stella ad essere stata scoperta con più di tre pianeti intorno.

Tutti i pianeti che orbitano intorno a Kelpler-11 sono più larghi della Terra. I maggiori di essi hanno dimensioni simili ad Urano e Nettuno. Il pianeta più interno, Kepler-11b, è dieci volte più vicino alla sua stella di quanto lo sia la nostra Terra al Sole.

Procedendo verso l’esterno gli altri pianeti sono Kepler-11c, Kepler-11d, Kepler-11e, Kepler-11f ed il più lontano Kepler-g, il quale è due volte più vicino alla sua stella rispetto alla distanza Terra-Sole. E’ un sistema molto compatto, con i cinque pianeti più interni tutti molto vicini alla propria stessa.


Se li sovrapponessimo al nostro sistema solare questi si troverebbero tutti tra il Sole e Mercurio. Il sesto invece avrebbe la propria orbita tra Mercurio e Venere.

Il periodo orbitale dei cinque pianeti più interni varia tra 10 e 47 giorni, mentre Kepler-11g orbita intorno alla stella ogni 118 giorni.

A parlare è Jack Lissauer del gruppo di scienziati della missione NASA Kepler al centro Ames Research Center di Moffett Field (California): "Dalle misurazioni delle dimensioni e masse dei cinque pianti interni abbiamo determinato che essi sono tra i più piccoli esopianeti tutt’ora confermati, Essi sono una mistura di rocce e gas, forse anche di acqua. Il materiale roccioso ne determina la maggior parte della massa, mentre il gas ne stabilisce la maggior parte del volume".

Potete immaginare cosa significa per gli scienziati planetari – e non solo – trovarsi davanti un nuovo sistema solare tutto da studiare. Il telescopio Kepler continuerà ovviamente a catturare nuovi dati che aumenteranno le informazioni disponibili. Maggiori saranno i transiti dei pianeti "di fronte" alla stella (rispetto al punto di vista del telescopio NASA) e maggiori potranno essere i dati per stimare al meglio dimensioni e massa dei corpi celesti già individuati e magari scoprirne di nuovi.

Qui sotto trovate alcune informazioni sulla missione del Telescopio Spaziale Kepler

http://newsspazio.blogspot.com/2009/01/la-...o-spaziale.html

e tutto quello che è ha scoperto lassù fino ad oggi

http://newsspazio.blogspot.com/search/label/kepler



fonte: http://newsspazio.blogspot.com/2011/02/sco...solare-con.html
 
Top
view post Posted on 2/3/2011, 22:16

Super Sayan

Group:
Antropotuttologo
Posts:
6,060

Status:


LA NASA: ABBIAMO RICEVUTO UN SEGNALE EXTRATERRESTRE DAL SETI

National Corner 18 Febbraio 2011

Nessuno sa con certezza la provenienza di un segnale ET registrato in questi giorni dai Radiotelescopi del Progetto SETI. I colori vivaci su sfondo blu, indicano che un segnale anomalo è stato ricevuto sulla Terra dal SETI.
Di seguito vi proponiamo un video con la presentazione dell'evento occorso il 6 Febbraio 2011.



La notizia è stata data dalla stessa NASA su questo sito. C'è da dire che subito dopo in diversi siti si son cominciate ad avanzare ipotesi alternative che attribuirebbero questo tipo di segnali a fenomeni di origine naturale e comunque già visti in altre epoche in passato.
Citiamo per tutti: CUT. In sostanza, il segnale non è stato intercettato per un tempo sufficientemente lungo da poter essere analizzato con sufficiente precisione da poterne determinare la sicura provenienza da una civiltà extraterrestre, piuttosto da qualche sconsciuto fenomeno naturale.

da http://koroljov.splinder.com/post/24170112...restre-dal-seti

seguiamo la cosa

orso in piedi
 
Top
moma91
view post Posted on 17/4/2011, 13:41






non so come si mettono i video su un forum quindi o messo il link.....titolo: la storia segreta della nasa...interessante :huh:

modifica di orso in piedi.credo che volevi cosi moma.

-----------------
si grazie

Edited by moma91 - 24/4/2011, 01:10
 
Top
6 replies since 30/11/2010, 01:27   112 views
  Share