Cambiamenti climatici

« Older   Newer »
  Share  
beatopaolo
TOPIC_ICON13  view post Posted on 1/12/2010, 03:17




Non so da voi ma qui fa un freddo polare--- da 3 settimane e continua.
A Novembre??? non è un po' presto?

Mini Glaciazione??

dove è Gnorri?

Edited by INDYGOKU - 12/12/2010, 14:52
 
Top
INDYGOKU
view post Posted on 1/12/2010, 09:05




Che dirti Beat, quì in sicilia ha fatto soltanto qualche giorno sporadico di freddo e di pioggia, per il resto sole e 22°. Non a caso è chiamata l'isola del sole. :B):

PS Gnorri arriverà presto....è già al corrente :ph34r:
 
Top
SPAAK
view post Posted on 1/12/2010, 13:01




CITAZIONE (beatopaolo @ 1/12/2010, 03:17) 
Mini Glaciazione??

dove è Gnorri?

Stà facendo dei "carotaggi" al polo nord...

Scherzi a parte mi sembra tutto perfettamente nella norma...nel senso che negli ultimi anni la destabilizzazione climatica stà mantenendo la media...

E scusami il paradosso.. :lol:
 
Top
INDYGOKU
view post Posted on 20/12/2010, 16:28




Un approccio finalmente serio sul problema del Global Warming

image


I due modelli descritti nel testo. Il modello “ad altalena” è rappresentato in alto. Il clima viene cambiato per una causa esterna (CO2 o altro) che si accumula su un lato dell’altalena. Ovviamente l’altalena non è perfettamente lineare, in quanto le variazioni climatiche devono comunque essere legate a piccole e continue fluttuazioni caotiche. In questo caso il futuro sarebbe “abbastanza” prevedibile. Il modello a “pallina nel buco” è rappresentato in basso. Non vi è una causa decisiva, ma solo fluttuazioni caotiche che possono, in casi particolari, sommarsi e causare drastici cambiamenti, anche improvvisi e violenti. Il futuro sarebbe del tutto imprevedibile. Il passato della Terra ci dimostra che sono stati attivi entrambi i modelli e che il secondo ha sicuramente causato svolte drammatiche e sconvolgenti. Tuttavia, la CO2 o altre cause ben individuabili, hanno avuto un ruolo del tutto trascurabile in questo secondo caso. (adattato da: Peter Ditlevsen, PhD. Dr. Scient. Centre for Ice and Climate, Niels Bohr Institute, University of Copenhagen)

a cura di Vincenzo Zappalà


La paura che le temperatura globale possa cambiare velocemente e con effetti drammatici pervade ormai tutta l’umanità ed è stata imposta come un atto di fede. Tuttavia, le cause e la previsione dei possibili effetti catastrofici sono ancora ben lontane dall’essere state identificate. Normalmente si semplifica tutto dando la colpa solo e soltanto alla CO2 prodotta dall’uomo, ma in realtà le problematiche che stanno dietro alle variazioni di temperatura sono ben più complesse e, soprattutto, poco conosciute. Una nuova, accurata ricerca effettuata presso l’Istituto Niels Bohr dell’Università di Copenhagen mostra proprio che i salti rapidi della temperatura sono sempre esistiti e che i più violenti sono probabilmente dipesi da un accumulo di piccoli fenomeni caotici, il cui sviluppo futuro è impossibile da predire.
La situazione “storica” è la seguente: per milioni di anni il clima della Terra ha alternato periodi di freddo e glaciazioni, più o meno della durata di 100.000 anni, a periodi di caldo più corti, non più di 10-15.000 anni, simili a quello odierno o anche ben più intenso. Queste variazioni a medio periodo sono sicuramente legate a fattori astronomici, quali l’orbita terrestre e la sua inclinazione rispetto all’asse di rotazione (ne avevamo già parlato in articolo apparso sul nostro sito). Tuttavia, ben più numerose e imprevedibili sono le variazioni a corto periodo e ben più complesse e sconosciute le loro cause.

I ricercatori di Copenhagen hanno analizzato carote di ghiaccio estratte dai circa tre chilometri di coltre bianca che copre la Groenlandia (un po’ di ghiaccio c’è ancora…) e sono riusciti a descrivere la temperatura degli ultimi 140 000 anni. Il risultato è stato molto simile a quanto mi aveva detto anni fa un climatologo bolognese che aveva analizzato strati dell’Antartide e a cui avevo già accennato precedentemente: verso la fine del periodo glaciale vi sono stati periodi in cui la temperatura ha subito variazioni improvvise di 10-15 gradi (e non frazioni di grado!) in intervalli temporali minori dei 10 anni. Una cosa inaspettata e sconvolgente, soprattutto per noi e per chi ci descrive scenari apocalittici per variazioni di uno o due gradi in un secolo o anche più…
Le osservazioni lo dimostrano, ma i ricercatori dicono chiaramente e onestamente che la causa di questo andamento bizzarro è del tutto sconosciuta e che non sono assolutamente in grado di prevedere se capiterà o no nel futuro più o meno prossimo. I modelli moderni (proprio quelli che indicano senza alcun dubbio il futuro drammatico del nostro pianeta) non sono assolutamente capaci di riprodurlo. E allora come fanno a essere così accurati? 10-15 gradi in 10 anni sono un’enormità che sicuramente avrebbe effetti devastanti sulla biosfera. Signori, questa è la Terra, un pianeta sano, vivo e vivace, altro che malato e febbricitante!

Gli studiosi danesi sono andati oltre, con umiltà e serietà professionale encomiabili: hanno definito due modelli teorici che potrebbero spiegare le osservazioni del nostro passato. Il primo tiene in conto la presenza di un fattore esterno continuo e dominante; il secondo un accumulo di piccole e caotiche fluttuazioni naturali. Questo è il vero dibattito scientifico che vorremmo si facesse ogni giorno senza dogmi e/o atti di fede!
Il primo modello assomiglia a una altalena. Se l’effetto esterno ha sufficiente “peso” e si accentra solo su un lato, tutto il sistema si sposta conseguentemente. L’effetto aggiuntivo potrebbe essere, ad esempio, l’aumento della CO2. Ma i ricercatori affermano che questa ipotesi non è verificata e inoltre - aggiungo io - presente anche in epoche senza le industrie dell’uomo…
Il secondo modello assomiglia invece a una pallina caduta in un buco non troppo profondo. La pallina subisce continui movimenti caotici dovuti a uragani, ondate di calore, violente e continue piogge, scioglimento di ghiacciai, che portano a cambiamenti anche importanti nelle correnti oceaniche. Se alcune di queste piccole spinte si sommano tra loro nella giusta direzione, la pallina può avere uno spostamento tale da uscire al di fuori del buco e cadere in un altro. Ossia produrre un improvviso e notevole cambiamento climatico.

Sembra sicuro che i cambiamenti drastici osservati nel ghiaccio fossile della Groenlandia siano da imputare al secondo modello e quindi praticamente impossibili da prevedere.

Cosa capiterà allora nel futuro? I ricercatori sono molto espliciti nella loro giusta incertezza. Oggi non vi è certamente la percentuale di CO2 che vi era circa 15 milioni di anni fa, quando in Inghilterra vivevano gli alligatori. Ma - attenzione - nel senso che oggi ne abbiamo molta di meno. Forse stiamo iniziando a pesare su un lato dell’altalena (primo modello). Questo vorrebbe dire che vi potrebbe essere un aumento lento della temperatura nei prossimi 1000 anni. D’altra parte, però, la pallina potrebbe nel frattempo subire colpi abbastanza forti (secondo modello) e uscire dal suo buco e innescare cambiamenti rapidissimi verso il caldo o il freddo, ben più sconvolgenti di quello che l’altalena riuscirebbe a fare in centinaia e centinaia di anni. Insomma il ruolo della CO2 sarebbe piuttosto secondario e ben poco valutabile.
Gli scienziati danesi concludono, però, con una frase estremamente onesta e che dovrebbe essere seguita da molti, troppi, catastrofisti e anche, per essere sinceri, dagli scettici per partito preso: “ricordiamoci che questa ricerca si basa solo su analisi accurate del clima del nostro passato e non può contenere nessuna predizione per il nostro futuro”.

A buon intenditor poche parole!

fonte: www.altrogiornale.org/news.php?item.6584.7
 
Top
INDYGOKU
view post Posted on 22/12/2010, 13:40




5.000BP -15.000BP* sotto la lente d’ingrandimento (Prima parte)
*BP = before present, ossia anni prima del tempo presente

Variazioni magnetiche, eruzioni vulcaniche, glaciazione, macchie solari. Tutto chiaramente collegato

Inizia con questo lavoro la collaborazione con Michele che ha svolto un approfondito lavoro di ricerca sulle correlazioni tra questi importanti fenomeni che tendono ciclicamente a ripetersi sul nostro pianeta. Attraverso un attento lavoro bibliografico emergono dei risultati piuttosto inquietanti… Clicca su Dettagli



In questi mesi di ricerche ho più volte posto l’accento sulle correlazioni esistenti fra le dinamiche solari e le varie fenomenologie terrestri ( geologico, climatiche). Di seguito ve ne elenco alcune che hanno fatto da carro trainante :

Il campo magnetico terrestre il grande regista del nostro clima
http://daltonsminima.altervista.org/?p=11716

Il campo magnetico dell’eliosfera e gli eventi sismici sul nostro pianeta
http://daltonsminima.altervista.org/?p=11690

Correlazioni esistenti fra manifestazioni geologiche terrestri e dinamiche planetarie da Giugno ad Agosto 2010
http://daltonsminima.altervista.org/?p=11023

Devo tuttavia specificare che la vera e propria molla, che mia ha spinto, ad indagare in questo settore della della scienza è stato il tremendo sconvolgimento climatico che si è verificato all’incirca 12800 anni fa, a cavallo fra il tardo Pleistocene e l’inizio dell’Olocene lo “Younger Dryas”(http://it.wikipedia.org/wiki/Dryas_recente).

image


Detto termine è stato più volte tirato in ballo qui su NIA (http://daltonsminima.altervista.org). Per dovere di cronaca, bisogna tuttavia riportare alcune informazioni. In maniera tale da gettare della conoscenza di base, da dedicare a tutta quella nuova utenza che si affaccia al blog. In sintesi, grazie alle ricerche condotte sulle carote di ghiaccio GISP2 prelevate nelle profondità dei ghiacciai della Groenlandia, i ricercatori sono stati in grado di ricostruire le temperature del periodo.

Temperature che nel suddetto luogo, erano di ben 15°C inferiori alle attuali. Inoltre, sappiamo per certo, attraverso ulteriori analisi effettuate in altrettante parti dell’europa che l’intero emisfero settentrionale fra gli 12900 – 11500 BP ( BP è una sigla che sta ad indicare prima del presente) si trovava immerso in una vera propria ERA GLACIALE. La domanda a questo punto sorge spontanea …. ma quali furono le cause che portarono ad un tale sconvolgimento climatico ? Fra i ricercatori troviamo più teorie.

C’è chi ipotizza che il Dryas recente sia stato causato da un blocco o da una riduzione significativa della circolazione termoalina del Nord Atlantico oppure c’è chi porta avanti teorie affascinati, ma quanto mai catastrofiche ( Si sente parlare di teorie d’impatti cosmici e quant’altro ). In definitiva troviamo tantissime ipotesi, ma fino ad oggi, nessuno è stato in grado di ricostruire l’intero “puzzle” o quadro “d’insieme”. La domanda che affascina numerosi ricercatori é : Quale è stato in vero “forcing” o “evento scatenante” che portò la Terra alla glaciazione ? Armato di tanta pazienza e ricerca scrupolosa mi sono chiesto, ma perchè non tentiamo di ricostruire graficamente attraverso il supporto di maggior dati possibili ( ricostruiti dai ricercatori ) l’intero periodo sotto esame.

I dati utilizzati per generare i grafici sotto riportati sono in ordine stati ripresi dalle seguenti ricerche scientifiche :

1°) The Younger Dryas cold interval as viewed from central Greenland
La ricostruzione delle temperature in Groenlandia grazie al carotaggio dei ghiacci di Richard B.Alley.
www.ncdc.noaa.gov/paleo/pubs/alley2000/alley2000.html
File di testo con dati:
http://ftp.ncdc.noaa.gov/pub/data/paleo/ic...m_alley2000.txt

2°) Unusual activity of the Sun during recent decades compared to the previous 11,000 years
La ricostruzione degli ultimi 11400 anni delle macchie solari usando le concentrazioni di carbonio radioattivo.
www.ncdc.noaa.gov/paleo/pubs/solanki2004/solanki2004.html
File di testo con dati :
http://ftp.ncdc.noaa.gov/pub/data/paleo/cl...nki2004-ssn.txt

3°) GISP2 Volcanic Markers, 110,000 Years
Ricostruzione in “ppb” degli areosol solfati emessi dai vulcani, dai carotaggi di ghiacci.
http://gcmd.nasa.gov/KeywordSearch/Metadat...=0&lbnode=mdlb3
File di testo con dati:
http://ftp.ncdc.noaa.gov/pub/data/paleo/cl...nic_markers.txt

4°) GISP2 10Be Concentration, 40,000 Years, Finkel and Nishiizumi1997. Ricostruzione della concentrazione di Berilio dai carotaggio di ghiaccio.
File di testo con dati :
http://ftp.ncdc.noaa.gov/pub/data/paleo/cl.../gisp2_10be.txt
C’è da dire, prima di entrare nell’esame dei dati rilevati, che quest’ultimi rivestono un ruolo molto importante come mostrato in questa ricerca scientifica: Reduced solar activity as a trigger for the start of the Younger Dryas? (www.falw.vu/~renh/pdf/Renssen-etal-QI-2000.pdf).

Si scrive che le variazioni dell’attività solare del passato remoto (su scale geologiche) possono essere dedotte dagli isotopi del carbonio-14 (14C) e berillio-10 (10Be). E che quest’ultimi sono prodotti dall’azione dei raggi cosmici. Sappiamo inoltre, che l’intensità di quest’ultimi raggiunta la Terra dipende dalla forza del campo magnetico interplanetario (eliosfera) che a sua volta è modulata dall’attività solare. Si specifica inoltre che la produzione degli isotopi è anche modellata da altre dinamiche della biosfera (precipitazioni, cambiamenti di circolazione atmosferica ect..) ma si ritiene che questi fattori rivestano un ruolo secondario in tale produzione.

image


Anzi si specifica che i cambiamenti registrati nello YD sono di origine solare e che questi si ripetno a cicli di 2500 anni. Proprio quest’ultimo numero mi ricordano una ricerca sviluppata da Charvàtovà: Can origin of the 2400-year cycle of solar activity be caused by solar inertial motion? (http://hal-insu.archives-ouvertes.fr/docs/...18-399-2000.pdf).

Tornando a parlare del Berillio, ci sono ricercatori, come questo gruppo di Cinesi (vedi link riportato), che hanno sviluppato un modello per ricostruire l’intensità magnetica (paleomagnetismo) in base al tasso di produzione di quest’ultimo elemento :
A simple model for reconstructing geomagnetic field intensity with 10Be production rate and its application in Loess studies (www.scichina.com:8080/sciDe/fileup/PDF/08yd0855.pdf).

Dell’accostamento, correlazione intensità geomagnetica terrestre – berillio – clima parleremo in seguito adesso partiamo con l’analisi dei grafici sviluppati . Il primo analizza l’intero intervallo di tempo che va dal 5.000BP ad 15.000BP. Sull’asse “y” di sinistra è riportata la temperatura in gradi °C ricostruita grazie all’analisi dei carotaggi in Groenlandia ( Alley). Sull’asse “y” di destra è stata invece riportata una scala “univoca” valida sia per il SSN (sunspots number) ricostruito da Solanski che per le percentuali di solfati emessi dai vulcani e le concentrazioni di berillio ricostruite sempre dai carotaggi di ghiaccio GISP2.

Per una migliore osservazione dei grafici consiglio l’apertura a schermo pieno.
Potete semplicemente scaricare l’immagini ai seguente indirizzi :
http://img257.imageshack.us/img257/9056/graficon1bis.jpg
http://img832.imageshack.us/img832/4817/graficon2bis.jpg

image


Osservazioni dedotte dal grafico :

1°) Osservazione
Aree di colore giallo n°2 (8105 – 8325 AC) – n°3 (9315 – 9615AC) caratterizzate da eruzioni esplosive di numerosi vulcani e un basso indice SSN ed un’alta concentrazione di Berillio.

Molte delle eruzioni hanno un’ indice d’esplosione compreso fra VEI5 – VEI7. Questi due grandi minimi intervallati da grandi massimi vengono evidenziati anche nel seguente documento firmato Usoskin & Solanski & Kovaltsov :
Grand minima and maxima of solar activity: New observational constraints
(http://cc.oulu.fi/~usoskin/personal/7704.pdf).

Grandi minimi : 9.365BP – 9.665 BP / 10.105BP – 10.325 BP /11.315BP – 11.615BP
Grandi massimi : 10.005BP – 10.385BP / 11.245BP – 11.505BP

Eccovi adesso una breve lista con riportate l’eruzioni esplosive più significative all’inizio dell’Olocene.

Fonte : www.volcano.si.edu/world/largeeruptions.cfm

Fate attenzione alla quasi stretta contemporaneità di questi eventi ( occhio ai dati numerici ) ed ai rettangoli rossi posizionati nel grafico che stanno proprio ad evidenziare l’ eruzioni vulcaniche !

image


E molte ….molte altre che non ho riportato , mi viene proprio da dire si son messi tutti d’accordo ! Che le grosse eruzioni vulcaniche siano in stretta relazione con i processi di raffreddamento del pianeta nessuno può obbiettare .

Ecco un’interessante ricerca:
Bipolar correlation of volcanism with millennial climate ch’ange (www.pnas.org/content/101/17/6341.full).

2°) Osservazione
Area di colore giallo n°1 (Younger dryas) straordinaria percentuale di aerosol emessa dai vulcani e contemporanea elevata concentrazione di berillio .

3°) Osservazione
Emerge una spiccata dinamica “Irregolare” dei cicli solari che vanno dalla fine dello YD 11.500 BP al 7.500 BP (linea di colore marrone n°4). Sembra che questo andamento per così dire “Nervoso” a partire dal 11500 BP si sia, col passare dei millenni “Scremato” ! Questa mia “ipotesi” mi fa pensare a dei cicli solari, sia a cavallo che nella fasi d’entrata che di uscita dello YD veramente ANOMALI !

Che la dinamo solare si sia letteralmente INCEPPATA , per poi ripartire con violente manifestazioni ( flare, CME e altro) ? Lasciamoci comunque questo interrogativo alle spalle e che verrà ripreso nella seconda parte della trattazione per analizzare adesso il periodo che va dal 8400 BP e 10000 BP :

image


Ci troviamo nel bel mezzo dell’Olocene ( preboreale -boreale ) qui i drammatici sconvolgimenti naturali registrati fra il Pleistocene-Olocene sembrano essersi placati. I rilevamenti della temperatura in Groenlandia, ricostruiti sempre grazie ai carotaggi nel ghiaccio ci forniscono un’oscillazione della temperatura molto più dolce dai -29,5 ai -31,5.

C’è tuttavia da riportare (osservando attentamente il grafico) come l’andamento dei cicli solari ( SSN ) regoli le temperature in tale continente . Infatti l’aumento del SSN sembra essere in correlazione con l’aumento delle temperatura in tale aree del pianeta, viceversa il contrario. Il grafico non è il “massimo” dell’attendibilità anche se tuttavia sembra emergere una certa CORRELAZIONE nei secoli.

Come ad esempio nel tratto che dal 8400 BP al 8900 BP, segna il periodo nel quale la temperatura in Groenlandia scende da -29,4 a -32 °C circa.
Ritornando invece al primo grafico esposto,una interessante analisi da riportare è il breve intervallo di tempo col quale entriamo e poi usciamo dallo Younger dryas. 10 anni ..100 anni ma chè ? Sentite questa …..

Un certo William Peterson (notizia a dir poco incredibile di poco tempo fa), ritiene che il grande congelamento si sia sviluppato in meno di un mese, rispetto ad una decina di anni, sulla base delle prove fornite dalle carote di ghiaccio della Groenlandia nei suoi rilevamenti (http://www.newscientist.com/article/mg2042...-in-months.html).

Il “Petterson” risulta essere un personaggio molto particolare, uno dei pochi che riesce ad unire passione ed interesse scientifico nella ricerca. Andate a dare un’occhiata al suo sito ed in particolare alle sue pubblicazioni di tutto rispetto. Questo personaggio non delega altri nelle misurazioni e nelle ricerche. Prende di proprio pugno i propri strumenti e va sul campo di battaglia ! Possiamo dire di tutto sui suoi studi, ma che non stia “sul campo da gioco” no di certo !

http://geochemistry.usask.ca/bill.html

Dopo questa breve ma doverosa parentesi di carattere personale concludiamo questa prima parte con un’interrogativo :

Quale può esser stata la dinamica scatenante di queste violenti variazioni sia climatiche che geologiche sul nostro pianeta ? Che il vero e proprio regista di queste “terribili” dinamiche apocalittiche sia da ricercarsi nel campo magnetico della terra, che come nelle precedenti ricerche ho riportato, sembra esser in stretta relazione con il campo magnetico interplanetario. I dati in nostro possesso sono pochi !

Comunque c’è un’altra “branca” della scienza che può darci una mano, è questa è la “Ricostruzione Paleomagnetica” .

fonte: www.salviamoci2012.eu/forum/news.asp?id=80
 
Top
INDYGOKU
view post Posted on 23/12/2010, 14:24




5.000BP -15.000BP* sotto la lente d’ingrandimento (Seconda parte)
*BP = before present, ossia anni prima del tempo presente

– Le conferme del rapido congelamento dal paleomagnetismo –

C’eravamo lasciati con il seguente articolo :
5000 BP – 15000BP sotto la lente d’ingrandimento - Variazioni magnetiche – eruzioni vulcaniche – glaciazione – macchie solari – Prima parte – www.salviamoci2012.eu/forum/news.asp?id=80

Articolo nel quale, attraverso un’interessante analisi grafica metto in relazione le ricostruzioni millenarie delle macchie solari di Solanski con le varie ricostruzioni emerse dai carotaggi di ghiaccio in Groenlandia del tardo Pleistocene / Inizio Olocene. Sempre nello stesso articolo abbiamo parlato delle violente eruzioni vulcaniche registrate attraverso i rilevamenti degli areosol solfati emessi dai vulcani, delle ricostruzioni delle percentuali di Berilio e altro. Ci siamo lasciati però dando un piccolo cenno ai possibili legami esistenti fra le violente escursioni e/o inversioni magnetiche del passato i rapidi ingressi e/o uscite dalle ere glaciali. E’ giunto quindi il momento di introdurre nelle nostre ricerche queste nuova sezione di studio.

Il “paleomagnetismo”, che come vedrete, a breve, risulterà essere un ‘importante branca della scienza, che potrà esserci di fondamentale aiuto nel comprendere una volta per tutte lo stretto legame esistente fra tutte queste dinamiche.

Il paleomagnetismo è una disciplina, facente parte della geofisica, che studia le proprietà magnetiche di rocce e sedimenti e le caratteristiche del campo geomagnetico del passato, sia in termini di intensità che direzionali. Rocce e sedimenti che contengono infatti piccole quantità di minerali ferromagnetici che, in seguito al raffreddamento del magma (quando la temperatura scende al di sotto del punto di Curie) o durante la diagenesi del sedimento, si dispongono statisticamente secondo le linee di flusso del campo magnetico terrestre presente in quel momento (http://it.wikipedia.org/wiki/Paleomagnetismo ).

Adesso un breve premessa di carattere climatico. Fino a pochi decenni fa l’opinione comune è stata che tutti i cambiamenti su larga scala del clima, locale o globale si verificassero in un lasso di tempo, di molti secoli o millenni appena percettibili nel corso della vita umana. Uno dei risultati più sorprendenti nello studio della storia climatica del pianeta è stato che i cambiamenti climatici negli ultimi 150 mila anni ( Taylor ,1993) sono stati “Improvvisi” (www.esd.ornl.gov/projects/qen/transit.html ).

In questa ricerca si accenna a 22 periodi “Interglaciali” / ”Glaciali” negli ultimi 1,8 milioni d’anni. Quello che sorprende i ricercatori è la rapidità con la quale avviene un periodo di raffreddamento. Ricercatori come un certo “Imbrie” 1984 o “Martinson” 1987 attraverso l’analisi dei carotaggi di ghiaccio concludono che la glaciazione di 110 mila anni fa è avvenuta ad una velocità incredibile. Anche un certo “Adkins” 1997 attraverso un’alta risoluzione d’analisi di un nucleo di ghiaccio nel nord atlantico afferma che questo raffreddamento ha richiesto meno di 400 anni per non parlare di decenni o forse anni !
Questi veri e propri “shock termici” vengono messi in luce anche in questa interessante ricerca: Abrupt tropical cooling ~8,000 years ago (www.geo.arizona.edu/palynology/geos462/8200yrevent.html).

image


In questa ricerca attraverso la misura degli isotopi di alcuni elementi su dei coralli, del periodo che ricopre dai 8400 ai 7600 anni prima del presente si evidenzia che la temperatura sulla superficie del mare è stata sostanzialmente costante nel periodo che va dagli 8400-8100 anni fa, mentre dagli 8100-8000 ha avuto un brusco raffreddamento di circa 3 gradi.

Entriamo nel vivo della trattazione. Parliamo di Younger Dryas e delle analisi paleomagnetiche. Ecco che qui di seguito riporto due (fra le tante) ricerche che ho trovato in rete e che sembrano evidenziare degli improvvisi cambi di direzione ed intensità geomagnetica sulla Terra proprio a cavallo dei due precedenti periodi sopra esposti, entrata ed uscita dallo Younger Dryas.
(Ho evidenziato con un’ellisse di colore verde i periodi incriminati). Stesso intervallo di tempo, ma luoghi differenti, Giappone e Alaska. I dati sono raccolti dal lavoro Environmental magnetic record and paleosecular variation data for the last 40 kyrs from the Lake Biwa sediments, Central Japan (http://tor9.big.ous.ac.jp/People/torii/PDF/Hayashida07.pdf).

image


A Holocene–Late Pleistocene geomagnetic inclination record from Grandfather Lake, SW Alaska, (http://citeseerx.ist.psu.edu/viewdoc/downl...p=rep1&type=pdf)

image


Adesso invece vi propongo alcune interessanti ricerche che ricostruiscono l’orientazione del campo magnetico terrestre attraverso l’esame di campioni di lava dei vulcani del passato remoto.
Questi veri e propri cali d’intensità o cambi di direzione, improvvisi, violenti e bruschi ci vengono confermati da questa ricerca scientifica: Is the geodynamo process intrinsically unstable? K. Zhang, David Gubbins (http://eprints.whiterose.ac.uk/416/1/gubbinsd4.pdf).

In esso:
“Ci sono dati recenti che indicano che il campo di geomagnetico spende il 20% del suo tempo in un stato di debole non-dipolo… Il campo geomagnetico cambia correlato con dei improvvisi mutamenti nelle temperature planetarie. Cosa provoca le periodiche modifiche del campo geomagnetico? Recenti studi palaeomagnetici suggeriscono che le escursioni del campo geomagnetico, durante le quali l'intensità del campo scende improvvisamente di un fattore di 5-10 e la direzione locale cambia rapidamente, è più comune di quanto ci si aspettasse fino a poco tempo fa. Lo stato “normale” del campo geomagnetico, dominato da un dipolo assiale, sembra essere interrotto ogni 30-100.000 anni e non può perciò essere considerato così stabile come noi lo abbiamo sempre pensato”.

Da studi paleomagnetici si riscontra che il campo geomagnetico trascorre il 20% del suo tempo in uno stato di non dipolo e che questi crolli si correlano con dei bruschi abbassamenti di temperatura! E non solo! Sembra che lo stato di dipolo del nostro campo magnetico si interrompa con una certa ciclicità !

Oppure troviamo ricerche coma la seguente: Paleomagnetic excursions recorded in the Yanchi Playa in middle hexi corridor, NW China since the last interglacial (www.springerlink.com/content/k6x20160542j846q/).
Ogni cambiamento di geomagnetismo corrisponde a minimi di paleointensità, antecedenti a quei cambiamenti paleoclimatici improvvisi e riconosciuti, come le Younger Dryas o gli Heinrich Events (H1-H6). Quindi nel nostro lavoro proponiamo che queste escursioni/inversioni geomagnetiche possano essere viste come precedenti a una precipitazione del clima.

Che la risposta sia proprio da ricercarsi nelle “improvvise” variazioni del campo magnetico terrestre! Apriamo adesso il capitolo Vulcani e le corrispondenti ricostruzioni paleomagnetiche con questo lavoro: Geomagnetic excursion captured by multiple volcanoes in a monogenetic field (www.agu.org/pubs/crossref/2006/2006GL027284.shtml).

Nel testo: Cinque vulcani monogenetici all'interno della zona vulcanica del Quaternary Auckland hanno dimostrato di aver registrato una virtualmente identica, ma anche anomala, direzione nel paleomagnetismo (con principale inclinazione e declinazione rispettivamente di 61.7° e 351.0° ), consistente nella cattura (da parte del magma) di un'escursione di geomagnetismo. Durante questa escursione, si è potuto documentare il cambio di direzione del campo paleomagnetico; questo implica che i vulcani possono aver fermato l’escursione in un periodo di solamente 50-100 anni o meno. Questi vulcani temporalmente collegati tra loro sono dispersi in tutto in tutta la zona vulcanica e non sembrano essere collegati strutturalmente. Comunque, il modello generale per il risveglio di vulcani monogenetici in una zona vulcanica è che si può determinare solo in un singolo vulcano o un gruppo di vulcani molto vicini, tipicamente ad intervalli di diverse centinaia d’anni o più. Perciò, i risultati presentati dimostrano che per ogni zona vulcanica costituita da vulcani monogenetici l'impatto dell'attività eruttiva può essere largamente sottovalutata, specialmente in rapporto a popolazioni potenzialmente concentrata nei paraggi e la possibilità della presenza di installazioni sensibili nelle vicinanze.

Vulcani che si formano in un minimo periodo di 50/100 anni e che riportano differenti inclinazioni e declinazioni magnetiche !

In un altro lavoro “New evidence for extraordinarily rapid change of the geomagnetic field during a reversal”. R. S. Coe et al, Nature, April 2002 (www.nature.com/nature/journal/v374/n6524/abs/374687a0.html).

“I dati risultanti dal paleomagnetismo di flussi lavici che registrano un'inversione di polarità geomagnetica a Steens Mountain, Oregon suggeriscono l'accadimento di brevi episodi di sorprendentemente rapidi cambi di polarità del campo di sei gradi al giorno. La prova è la grande, sistematica variazione nella direzione della magnetizzazione residua come funzione della temperatura della smagnetizzazione termica e della posizione verticale all'interno di un singolo flusso; ciò è spiegato più semplicemente dall'ipotesi che il campo magnetico stava cambiando direzione nello stesso momento che il flusso lavico si stava raffreddando”.

Cambiamenti “velocissimi” d’inversione della polarità geomagnetica registrati nel raffreddamento dei flussi di lava delle montagne “Steens” Oregon. Lo studio parla di cambiamenti dell’ ordine di 6 gradi al giorno.

Abbiamo inoltre quest’ulteriore studio dal titolo : The tectonic and geomagnetic significance of paleomagnetic observations from volcanic rocks from central Afar, Africa” Gary D. Acton et al. Earth and Planetary Science Letters (2000) (http://paleomag.ucdavis.edu/research/acton...n_Afar_EPSL.pdf).

In questa ricerca redatta da Gary D.Acton si discute un’anomalia paleomagnetica registrata in una colata di lava ad Afar in Africa. Le registrazioni magnetiche nei minerali rilevano che la configurazione geomagnetica del campo terrestre sembra avar saltato da un’emisfero all’altro in un paio di giorni..
In pratica, come nei precedenti casi, il fenomeno sembra essersi verificato nel periodo necessario al flusso di lava per raffreddarsi.
Che la Terra sia soggetta ad un continuo alternarsi di escursioni magnetiche / eruzioni vulcaniche / violente glaciazioni non è più quindi un interrogativo, ma una certezza.

Nel lavoro Are there connections between Earth’s magnetic field and climate? (http://geosci.uchicago.edu/~rtp1/BardPaper...illotEPSL07.pdf), un breve passo:
”Nelle recenti registrazioni ad alta risoluzione del paleomagnetismo ( Snowball and Sandgren, 2004; St-Onge et al.,2003) e nei modelli globali del campo geomagnetico (Korte e Conestabile, 2006) sostengono l'idea che parte delle fluttuazioni nell’ambito di centinaia d’anni del Carbonio 14 possa essere influenzata da rapide variazioni del campo magnetico dipolare. In qualche caso, le relazioni tra clima, il Sole ed il campo geomagnetico potrebbero essere più complesse di quanto prima immaginato. E le annotazioni precedenti ricavate da calcoli basati su scale temporali lasciano spazio alla possibilità a di un stretto collegamento tra campo geomagnetico ed il clima”.


Conclusioni:
Nell’evento Younger Dryas c’è un’escursione geomagnetica. Ci sono molte altre escursioni geomagnetiche che si correlano con molti altri predenti periodi di raffreddamento e questi eventi sembrano verificarsi con una certa periodicità.
Gli indizi in nostro possesso ci portano molto probabilmente a fattori di natura celeste (dinamiche astronomiche). Come i cicli di Milankovitch che regolano l’eccentricità orbitale e l’inclinazione assiale dell’orbita terrestre.
Nel lavoro scientifico “Time varaiations in geomagnetic intensity” (http:// ssn.dgf.uchile.cl/informes/2001RG000104b.pdf, troviamo questo passo:

”Lo schema del cambio nel modello di campo geomagnetico è una caduta molto rapida, circa ogni 40.000 anni, quando la terra è alla minima inclinazione, poi con un ricupero graduale e ancora un'altra caduta rapida quando la terra è di nuovo alla sua minima inclinazione”.

image


Nella figura sopra: variazioni di campo magnetico durante gli ultimi 75.000 anni. Questi dati sono confrontati a quelli ricavati dai database dei vulcani. Le discrepanze tra i due grafici sono da considerare molto ridotte.


Ma i maggiori indiziati sono sicuramente i cicli e sotto cicli solari (vedi i cicli di Scafetta di 60 anni oppure il ciclo di 2500 di Charvàtovà ecc..ecc..) come nel lavoro “Celestial Climate Driver: A Perspective from Four Billion Years of the Carbon Cycle (http://etc.hil.unb.ca/ojs/index.php/GC/art...nload/2691/3114).

Tornando per un’attimo ad analizzare il grafico che ricostruisce sotto vari aspetti (dinamiche) lo “Younger Dryas”:

image


E’ “folle” ipotizzare che il ciclo magnetico solare si sia interrotto e successivamente si sia verificata una violenta ripartenza ? Oppure quando ci troviamo ai minimi valori del campo magnetico dell’eliosfera siamo più soggetti a vere e proprie “infiltrazioni elettromagnetiche esterne” sconosciute ?

Riporto un vecchio post del nostro caro Ale (utente del portale New Ice Age) che diceva :
Un’altro fattore che però non trattai al tempo è l’allineamento con il Centro Galattico, infatti dal 1998 il nostro Sistema Solare sta entrando in quella zona detta “Eclittica del Centro Galattico” dove il campo magnetico del Supermassive Black Hole nel centro della Via Lattea si fa più sentire!!!!

La strada è aperta, speriamo che la vera scienza pulita e priva di egoismi ed interessi personali non faccia l’errore di trascurare le strette relazioni esistenti fra le dinamiche astronomiche/magnetiche dell’eliosfera con le dinamiche del campo magnetico terrestre, l’ eruzioni vulcaniche e i cambiamenti climatici del nostro pianeta !

Non mi resta che dire a me sembra TUTTO COLLEGATO !

fonte: www.salviamoci2012.eu/forum/news.asp?id=84

 
Top
view post Posted on 15/1/2011, 13:19

Super Sayan

Group:
Antropotuttologo
Posts:
6,061

Status:


Beh Indy,mi sembra che questa sensazione,dopo aver letto i dati non sia solo dell'autore:tutto collegato.
Oggi vorrei portare un fatto strano accaduto in Groelandia.

da http://forum.cosenascoste.com/universo-ast...e-anticipo.html
il sole in anticipo
Qualcosa di strano è successo: Il Sole Arrivato in Groenlandia due giorni in anticipo - che mai prima d'ora. The RSOE - Mappa Avvisi ha addirittura indicato come un evento!
Questo è un evento molto insolito che è successo. In Groenlandia, la gente si è abituata al buio durante l'inverno e il sole comincia mostrando ancora una volta il 13 gennaio di ogni anno. Ma quest'anno per la prima volta il Sole è arrivato due giorni all'inizio del 11 gennaio.


L'avviso mappa RSOE addirittura lo ha indicato come un evento.
http://hisz.rsoe.hu/alertmap/index2.php

La scorsa settimana, tutto il popolo internet i loro rapporti erano bussole di essere fuori da 20 gradi a 180 gradi, utilizzando compasso vecchi e nuovi bussole digitali. Ci sono stati reportings massa di bussole di essere fuori da tutto il mondo. Lo scienziato ha detto che il Polo Nord magnetico si sta ora spostando veloce, è in movimento 40 miglia per anno, nei confronti della Russia. L'aeroporto Tampa anche cambiato il loro numero per il Nord magnetico settimana scorsa sulle loro piste, a causa dei cambiamenti di bussole che punta al nuovo Nord magnetico. Si prevede per altri aeroporti a fare lo stesso, quindi i piloti possono avere delle letture corrette per le piste.

Ma il nucleo magnetico della Terra non pregiudicherebbe il sole che sorgeva 2 giorni prima si deve in Groenlandia.

Ecco l' avviso pubblicato sul RSOE - come ce l'hanno:

Normalmente, il sole non tornerà a Ilulissat, il 13 gennaio, ma oggi improvvisamente capolino in lontananza, due giorni prima del normale. - E 'arrivato a 12:56:57. Vi var rogna mennesker Rigtig, den der sa. Siamo stati moltissimi coloro che lo vide. E 'veramente bello e possiamo certamente confermare che il sole è ancora rotondo e non quadrato ", ha detto Petersen sorridendo 74-year-old Holger Sivertsen, uno dei cittadini più anziani Ilulissat, è sorpreso del fatto che il sole è tornato così presto.. - .... Mi sembra molto strano Qui in città, il sole fino al 13 gennaio januar Ci deve essere qualcosa che non va quando arriva il 11 gennaio, dice Quando gli chiesero perché pensa che sia venuto così presto, dice brevemente: - Ho nessun indizio.

Ora la domanda è ..... è la crosta terrestre anche lo spostamento, come ha fatto nella storia antica un paio di volte e provato in archeologia? Sì, molti tra i Maya, Edgar Cayce, ecc potuto prevedere uno spostamento crostale della Terra per questo periodo di tempo. Ma, è anche a causa sia lo tsunami del 2004 e il 2010 il Cile terremoto , che sia mosso al largo della Terra sul suo asse un po 'leggero, come disse e servizi giornalistici scienziato?

Il sole che sorgeva primi due giorni in Groenlandia, suggerire qualcosa sta accadendo, ora dobbiamo solo capire esattamente che cosa, come non mi aspetto che i media né i governi di rivelare la verità di ciò che sta realmente accadendo.

Non fa male per iniziare a guardare dove il Sole è nel cielo e lo sta nella sua posizione normale per il periodo dell'anno e la sta sorgere e il tramontare nei tempi regolari?

Il mio pensiero è che troppe cose anomale stanno succedendo in giro per il mondo per non essere prese in seria considerazione

orso in piedi

orso in piedi
 
Top
view post Posted on 15/1/2011, 18:10

Super Sayan

Group:
Antropotuttologo
Posts:
6,061

Status:


Si è avviato il processo di spostamento dei poli magnetici?


I poli iniziano a spostarsi, alluvioni imperversano in tutto il mondo....si è avviato l'ultima fase che condurrà allo slittamento della crosta terrestre?
(Notizia inserita da Faberspring)

L’aeroporto internazionale di Tampa ha chiuso una delle piste d’atterraggio per lo stesso motivo che potrebbe essere all’origine della morìa di pesci e uccelli che si è verificata in più parti del mondo: la massa magnetica al Polo Nord della Terra sta oscillando più rapidamente di quanto avviene di solito.

Lo scenario, fra fisica e fantascienza, richiama alla memoria la trama del romanzo «The Core» di Paul Preuss che nel 2003 il regista Jon Amiel portò sul grande schermo con l’omonimo titolo, raccontando la scelta del presidente degli Stati Uniti di fare esplodere degli ordigni nucleari nel magma terrestre per riattivare la rotazione terrestre misteriosamente bloccata. Non siamo certo a tali scenari apocalittici ma le prime scene di quel film, con stormi di uccelli morti che cadevano dal cielo e aerei che precipitavano all’improvviso hanno a che vedere con gli stessi motivi che hanno spinto le autorità dell’aeroporto internazionale di Tampa in Florida a chiudere una delle principali piste d’atterraggio, spiegandone i motivi con dovizia di dettagli.

Il motivo, come hanno sottolineato i portavoce dello scalo, è che «il Polo Nord magnetico si è spostato dal Canada verso la Russia di circa 40 miglia» - 64,3 km - ad una velocità «più alta del solito» e di conseguenza devono essere ricalcolati circa cento pannelli e quaranta segnali che guidano gli aerei in fase di atterraggio. Se infatti il Polo Nord geografico è un punto convenzionale fisso stabilito sulle mappe, quello magnetico è in continuo spostamento fra il Canada e la Siberia e la sua posizione serve a orientare i piloti degli aerei proprio come una semplice bussola.

Per avere un’idea dello spostamento del Polo Nord magnetico basti tener presente che 700 mila anni fa era invertito con quello al Sud del Pianeta. L’umanità è comunque abituata a convivere con spostamenti minimi e di conseguenza «i piloti volano con l’aiuto delle bussole magnetiche e le piste di atterraggio sono disegnate lungo i punti di questa bussola», come ha spiegato uno dei portavoce dello scalo, sottolineando però «che il problema è che un punto ritenuto a 180 gradi si trova ora, diciamo, a 190 gradi».

L’idea che i piloti dei jet commerciali adoperino ancora bussole magnetiche nell’era del Gps via satellite può sembrare anomala ma in attesa di modifiche della strumentazione di bordo delle maggiori compagnie civili l’aeroporto non ha avuto alternativa che ordinare il blocco dell’uso di una pista. Anche le autorità dello scalo di Atlanta, in Georgia, stanno valutando una simile decisione per garantire la massima sicurezza ai passeggeri.

A conferma delle preoccupazioni di Tampa e Atlanta la «Federal Aviation Administration», che controlla il traffico aereo civile sugli Stati Uniti, ha avallato la necessità di ridisegnare «almeno una delle piste di atterraggio» in tempi stretti. Le notizie in arrivo da Florida e Georgia hanno spinto comunità scientifica ed esperti meteo a prendere in considerazione l’ipotesi che anche l’improvvisa morte di migliaia di uccelli e pesci in Brasile, Gran Bretagna, Italia, Svezia, Nuova Zelanda e Stati Uniti possa essere legata al brusco movimento del magnetismo terrestre.

Se il Polo Nord infatti si muove in fretta gli uccelli si confondono, perdono l'orientamento, cambiano i loro soliti comportamenti e seguono rotte insolite rischiando di urtare contro correnti d’aria sconosciute che ne possono causare la morte improvvisa. Lo stesso vale per i pesci, il cui orientamento errato può spingerli in acque troppo gelide per sopravvivere, causando la morte di branchi molto numerosi.

da www.salviamoci2012.eu/forum/news.asp?id=85
 
Top
view post Posted on 15/1/2011, 18:29

Super Sayan

Group:
Antropotuttologo
Posts:
6,061

Status:


Indy,come puoi ben vedere la linea dell'amico Gnorri si sta rivelando esatta(e non blasfema),con in piu il suo studio sull'influenza dei raggi cosmici.
Tutti i tasselli del mosaico si stanno incastrando l'uno con l'altro.
Direi che siamo al limite tra un era interglaciale e l'era glaciale.Resta da vedere se il cambiamento sara repentino o graduale(ma su questo non ci scommetto)

orso in piedi
 
Top
view post Posted on 25/1/2011, 14:31

Super Sayan

Group:
Antropotuttologo
Posts:
6,061

Status:


Morìa di uccelli, qualcosa di strano nei tracciati radar sull' Arkansas


Sono passati un po di giorni e stranamente potreste aver pensato il motivo per cui ancora non avevamo parlato di questo argomento. In realtà io ed Antonio De Comite all'inizio eravamo molto scettici, in fondo le morie di animali ci sono state fin dai tempi dell'antichità ed avevamo pensato che il caso era stato montato. Quello che ci ha stupìto dopo un po è la grande varietà di animali che sono morti in molte parti del pianeta, ma anche qui tra uccelli, pinguini, colombe ed altri animali avevamo pensato che in fondo le cose non erano collegate.

Poi abbiamo visto una mappa creata ad hoc con google map ed abbiamo cominciato a chiederci se c'era veramente qualcosa che non andava........

il resto lo potete leggere qui http://universoolografico.forumfree.it/?t=53245403

orso in piedi
 
Top
moma91
view post Posted on 17/4/2011, 13:46




www.youtube.com/watch?v=dqt9nMrSWy4

secondo voi e servito il discorso? bè rimane il fatto che sia molto commovente :cry:
 
Top
view post Posted on 17/4/2011, 14:11

Super Sayan

Group:
Antropotuttologo
Posts:
6,061

Status:


Si moma,anche io ho trovato il discorso molto commovente e reale.Una bella lezione per tutti noi.
Se è stato recepito?non credo,come ho paura,ma spero con tutto il cuore di no,che crescendo la societa distrugga questi ottimi propositi dal cuore e dalla mente di questi splendidi ragazzi.

orso in piedi
 
Top
12 replies since 1/12/2010, 03:17   439 views
  Share