| Sempre continuando a citare Fernand CROMBETTE nel suo "saggio di geografia divina" IL NOME DI ATLANTIDE Beuchat31, studiando le antiche civiltà americane, riproduce un'incisione tratta da un manoscritto del 1576, della collezione Aubin, che figura Aztlan, il luogo di origine degli Aztechi: (fig. 96, pag 264) Beuchat vi vede un'isola in mezzo a un lago e pensa che essa doveva trovarsi nella stessa America. Ma è facile vedere che non è vero, giacché l'isola così figurata dagli indiani stessi, è attorniata da flutti agiati come lo sono quelli del mare; ha al suo centro un'altissima montagna, caratteristica che non si trova nelle isole lacustri d'America; infine è molto grande, poiché vi sono figurate numerose città azteche. Bisogna dunque situarla nell'oceano vicino, e così ci conformiamo alle tradizioni degli indigeni che fanno venire i loro antenati da terre situate a levante dell'America. Su questo argomento, Gaffarel ha detto, pagine 98 e 9932: "Uno dei primi storici della conquista, il freddo e coscienzioso Herrera, scrive: "che un gran numero di indiani istruiti avevano appreso dai loro antenati che la terra di Yucatan era stata popolata da nazioni venute dall'oriente, e che Dio avrebbe liberato dall'oppressione aprendo loro il cammino verso il mare". Landa, testimone oculare e uno dei principali autori della conquista di questo paese, dice anche: "Alcuni anziani dello Yucatan sostengono di avere inteso dai loro antenati che questa terra fu occupata da una razza di uomini che entrarono dalla parte del levante e che Dio aveva liberato aprendo loro dodici cammini nel mare..." Lizana e Torquemada sono ancora più espliciti. Essi tracciano la rotta di queste popolazioni erranti, secondo dei documenti indigeni che erano in loro possesso, e affermano che le popolazioni dello Yucatan venivano da Cuba dopo aver successivamente abitato Haïti, le Canarie e l'Africa. Ora, è noto come Colombo, Ordonez e i primi navigatori o storici, furono colpiti dalla rassomiglianza che esisteva tra gli indigeni delle Antille e delle Canarie. Berthelot, nella sua storia ben più recente delle Canarie, costata ancora la grande analogia tra i nomi di persone e di località alle Canarie e a Haïti." Ricordiamoci, a questo proposito, che secondo le tradizioni egiziane raccolte dai greci, Osiris aveva lasciato delle colonie in tutta l'Africa, e che i discendenti egiziani di Osiris (o Pha-trusim), i Pharusii, avevano popolato la costa occidentale d'Africa, appunto di fronte alle Canarie33. Notiamo ancora che le Canarie, le isole Fortunate, Insulæ Felix, passavano per essere un frammento di Atlantide34. 31 - Manuel d'Archéologie Américaine, Picard, Parigi, 1912. 32 - Etude sur les rapports de l'Amérique et de l'Ancien Continent, Parigi, Thorin, 1869. 33 - Atlas de géographie, di Garnier, Vve Renouard, Parigi, 1862, pl. 4. 34 - Atlas Universel, di Drioux e Leroy, Parigi, Belin, 1852, pl. 6. Incisione figurante Aztlan
Si è cercata ogni sorta di origini per gli indiani d'America; perché non aver creduto a ciò che dicevano le tradizioni indiane? Gli indiani dichiarano di essere venuti dall'Africa per 12 cammini che Dio aveva aperto nel mare, cioè 12 isole che Dio aveva fatto sorgere nell'oceano separando l'Africa dall'America. Queste isole non esistevano dunque anteriormente al cataclisma che le ha fatte apparire; ora, tra esse, la più importante era incontestabilmente quella citata da Platone nel Timeo, e che segna, nel fondo dell'oceano, l'immenso banco che, a 4.000 metri di profondità, si estende dal 50° al 10° parallelo: Atlantide. Perché rifiutarsi di riconoscere inoltre la stretta parentele linguistica tra l'Atlantis greco e l'Aztlan messicano? Si troverebbe questa relazione esteriore troppo poco convincente? Ebbene! Scaviamo la parola. E per meglio dimostrare l'origine africana degli atlantidi, andiamo a cercare nell'Africa stessa gli elementi linguistici del loro nome. É il copto che ce ne svelerà il senso, giacché Aztlan si trascrive senza sforzo in egiziano: Asch Tel [tel] En; Quantus Fluxus Extrahere; Molto grande Fluido Trarre da (o produrre alla luce del sole); "Ciò che è stato tratto alla luce del sole dalla molto grande acqua (l'Oceano)". Ecco la prova onomastica che l'isola di Aztlan è uscita bruscamente dall'oceano al quale ha dato il suo nome. Essa è emersa allora com’è affondata più tardi. E quando Aristotele, ironizzando gratuitamente sul racconto di Platone in merito ad Atlantide, scriveva: "Colui che l'ha creata, l'ha distrutta", non sapeva che diceva, suo malgrado, la verità: Dio, che aveva fatto sorgere in un momento quest'isola immensa, l'ha, con la stessa facilità, in un giorno e una notte, fatta sparire in fondo all'acqua. Come adesso dei pretenziosi filologhi come Imbelloni e Vivante35 trattano irrispettosamente da "ineffabili" quelli che hanno creduto al racconto greco e ne hanno cercato una spiegazione scientifica, noi avremo il diritto di beffarci della loro sufficiente insufficienza, e di rinviarli alla filologia stessa per confonderli. Questo non gli basta? Ecco delle prove supplementari: il geroglifico messicano che designa l'isola di Aztlan è un airone36 che si dice Aztatl. Ora, se trascriviamo in copto questo nome indiano, cosa vi vediamo? Asch Taha Tel; Quis Statuere Fluxus; Il quale Stare in piedi Fluido; "Colui che sta in piedi in ciò che è fluido". Questa definizione è perfettamente esatta e totalmente egiziana, non solo di forma, ma di spirito; giacché era d'uso nell'antico Egitto, l'abbiamo già dimostrato, denominare gli animali dal loro comportamento particolare, e l'airone è appunto l'uccello che ha l'abitudine di stare ritto su una zampa nell'acqua. Allo stesso modo Atlantide innalzava al di sopra dei flutti i suoi picchi altèri. L'immagine dell'airone si applica d'altronde a un'isola; dico questo per quelli che hanno cercato di localizzare Atlantide nelle regioni continentali. Aztlan, dicevano gli indiani, era il paese dei loro antenati, gli Azteca. É ancora il copto che ci svela la chiave di questo nome americano poiché Azteca si trascrive:
Asch Têk Ha; Quantus Fortis Caput; Molto grande, numeroso, Forte Capo; "Molto grandi e numerosi i capi forti". Si compari questa qualifica con ciò che diceva a Solone il sacerdote di Saïs: "In quest'isola Atlantide, dei re avevano formato un impero grande e meraviglioso. Questo impero dominava non solo sull'isola intera, ma anche su un gran numero di altre e su porzioni del continente". Tali re, non erano i capi forti, gli Asch Têk Ha?
L' ORIGINE EGIZIANA DELLA LINGUA AZTECA Le rassomiglianze che abbiamo appena rilevato tra l'egiziano e il messicano sono già estremamente significative, trattandosi soprattutto di nomi di paesi e di popoli che risalgono generalmente ad un'altissima antichità. Non abbiamo tuttavia voluto accontentarci, e abbiamo portato le nostre ricerche etimologiche su un'altra serie di parole, anch'esse di origine certamente molto antica: i nomi dei 20 giorni di cui si componeva il mese indiano. Li indichiamo di seguito con, a fianco, la traduzione italiana del nome indiano37: INDIANO ITALIANO EGIZIANO
Cipactli, Ehecatl, Calli, Cuetzpallin, Cohuatl, Miquiztli, Mazatl, Tochtli, Atl Itzcuintli, Ozomatli, Malinalli, Acatl, Ocelotl, Quauhtli, Cozcaquauhtli, Olin, Tecpatl, Quiauitl, Xochitl, coccodrillo vento casa lucertola, iguana serpente morte capriolo coniglio acqua cane scimmia liana canna giaguaro aquila avvoltoio movimento silice, selce pioggia fiore Sah-Pahs-Telea Eis-A-Tel Ka-Eili Keks-Ballin Çôouç-Ha-Tel Mou-Koos-Telea Masch-He-Tel Thouz-Telea A-Tel Isch-Khônt-Telea Hôs-Homi-Telea Ma-Lh-Niau-Lal o Ake-Ha-Tel Odj-El-Hote-El Koh-Ha-Hoe-Telea Kôs-Kak-Koh-Ha-Hoe-Telea Hôl-En Tik-Pa-Djêr Koui-Hêu-Hi-Tel Kasch-Hi-Djêr Noi vi aggiungiamo il nome del giorno: Tonalli = Tosch-Nau-Le-I Esaminiamo uno ad uno questi nomi per vedere se si comprendono con il copto e se, di conseguenza, hanno la stessa origine del copto, che è l'egiziano; ciò mostrerà che la razza indiana è un ramo staccato dall'albero di Misraïm. Noi trarremo arditamente quest'ultima conclusione, giacché non sarà possibile introdurre l'obiezione che la lingua egiziana ha po-tuto essere imposta dagli egiziani a degli americani, che erano loro estranei, come l'aramaico lo fu ai giudei dai loro vincitori, poiché mai l'Egitto ha stabilito la sua supremazia sull'America. Cipactli, il coccodrillo. Tli è un suffisso che si ritrova in un gran numero di parole e che noi crediamo di non poter meglio comparare che al copto Telea, species, specie, apparenza; forma, figura, fattura; idea, tipo, idea. Il radicale è dunque qui: Cipac che può corrispondere al copto Sah Pahs. Ora, vedremo più oltre che Sah è già da solo il nome egiziano del coccodrillo. D'altronde, reptilia, rettile (e il coccodrillo lo è) si dice in copto Sahnii, dove Ni tiene il ruolo di suffisso di specie, da Eine, species. In una maniera più generale, abbiamo visto precedentemente che Dja designava gli animali striscianti; ora il djandia (lettera copta ) può passare a S, da cui Sa. D'altra parte Pahs si traduce praeda, preda; morticinium, corpo morto. Sah Pahs è dunque il rettile da preda, il rettile dei corpi morti, il terribile coccodrillo le cui mascelle non perdonano l'imprudente che cade nell'acqua alla loro portata. Eccolo dunque ben definito. Ehecatl, il vento. Questa parola si scompone in Ehec-a-tl dove ritroviamo senza difficoltà il copto Êis-A-Tel, ossia in latino, Celeritas-Esse-Fluxus = Rapidità-Essere-Fluido: il fluido che è rapido. Calli, la casa. Il copto ci offre una parola della stessa radice e di senso analogo: Kalibi; tugurium, capanna, domus arundinacea, casa di canne; taberna vinaria, capanna dove si beve del vino, cabaret. Queste parole si spiegano rispettivamente con Ka-El-Hêibi = Ponere- Esse-Protectio = Porre-Essere-Protezione = Ciò che è posto per essere una protezione: la capanna. Ka-Eili-Sebi = Ponere-Facere-Arundo = Costruire-Fare-Canna = La costruzione fatta di canne. Ka-Ol-Ibi = Fieri-Tollere-Sitire = Ciò che fa-Togliere-Sete = Ciò che è fatto per togliere la sete: la taverna. Il messicano Calli, facendo astrazione delle diverse particolarità che presenta l'egiziano Kalibi, non ha ritenuto che l'essenziale Ka-Eili; Ponere-Facere; Costruire-Fare: Fare una costruzione" o Costruzione fatta. Cuetzpallin, la lucertola. Questa parola, in copto, diviene Keks-Ballin, composta da Keks, cortex, carapace, e Ballin, vestimentum monachorum, cocolla. La lucertola ha, in effetti, una carapace che la ricopre interamente, testa compresa, come di un vestimento monacale. Cohuatl, il serpente. Noi vediamo in questo nome gli elementi copti Çôouç-Ha-Tel. Çôouç si traduce curvus-obliquus-torquere = curvo-sinuoso-arrotolato nel suo corso. Ha, prende qui il senso di præ, in comparazione, ed equivale a He, modus, alla maniera di. Tel, è ciò che è fluido. Il serpente è dunque quello che gira nel suo andare alla maniera di un corso d'acqua, e questo è vero se si considera il corso d'acqua in piano, con i suoi meandri, o trasversalmente con i suoi dislivelli. Miquiztli, morte. Qui ancora il copto ci offre la traduzione: Mou, mors, morte; Koos, sepultus, che è stato sepolto; Telea, forma, modo: il modo in cui il morto è stato sepolto; si tratta dunque più del modo di sepoltura che della morte in se stessa nell'azteco Miquiztli. Mazatl, il capriolo. In questa parola si scopre Masch, superare, superare; He, ambulare, percorrere; Tel, fluxus, fluido. Il capriolo è così rapido che supera alla corsa il vento. Tochtli, il coniglio. Questo animale abita in una tana che si scava nel suolo. Ora, in copto, fare un foro, fodicare, si dice Thouz. Telea, species, specie. Tochtli, o Thouz-Telea, è dunque la specie di quelli che fanno dei fori.
Atl, l'acqua. Il significato di questa parola appare chiaro come l'acqua stessa: A, esse, esse-re; Tel, fluxus, fluido. L'acqua, è ciò che è fluido. Itzcuintli, il cane. La definizione del nome di questo animale è ancora, se possibile, più espressive delle precedenti, già molto significative. Itz, è l' "Isch" ebraico, l'uomo; Cuint equivale a Khônt, approximare, avvicinare, o ducere, condurre; Telca significa specie. I-tzcuintli è così l'animale la cui qualità specifica è di accompagnare l'uomo, di condurlo sia alla caccia, come mostrano le più antiche tavole egiziane, sia nei trasporti delle zone glaciali, sia quando perde la vista. Ozomatli, la scimmia. Le denominazioni immaginose proseguono: la scimmia è l'animale che si arrampica fra le liane; da ciò il suo nome scomponibile in Hôs-Hômi- Telea = Tor-ques-Ingredi-Species = ghirlande-andar dentro-specie. Malinalli, le liane. Parola complessa in cui scopriamo: Ma Leh [lôh] Niau La[lo]; Regio Consitus Linum Vagari; Regione Colma di Cavi Errare, ramificarsi, estendersi (parlando dei vegetali); in chiaro: "La regione piena di cavi vegetali erranti ramificati"; cioè l'inestricabile cortina che formano le liane attraverso la foresta vergine. Come d'abitudine, in composizione, non abbiamo tenuto delle parole in doppio, Lehlôh, Lalo, che la loro radice, che si può modulare in dittongo Le° h, Lå, il che ci conduce (come più sopra, lea, da Telea) al messicano Li. É un meccanismo simile a quello che lega il Rê Hi Oua egiziano al Rîja babilonese. Acatl, la canna. Già il copto designa la canna, calamus juncus, con Ake. L'azteco, con il suo complemento Atl, permette di superare lo stadio della semplice rassomiglianza morfologica e di penetrare il senso della radice; esso ci porta a Ahe-Ha-Tel = Vita-In-Fluxus = Vita-In-Fluido: la canna è ciò che cresce nell'acqua. Ocelotl, il giaguaro. Il giaguaro si può definire: una specie di leopardo che si arrampica facilmente sugli alberi; gli animali di questo genere, come la pantera, "sono feroci, coraggiosi, agili e forti; attaccano tutti gli animali, anche l'uomo, si arrampicano sugli alberi e si appostano". Detto ciò noi siamo portati a tradurre Ocelotl: Odj-El-Hote-El; ossia: Latro-Facere-Terror-Excidere: Ladro dal lungo cammino-Causare-Terrore-Cadere da; in chiaro: Il ladro del gran cammino che causa il terrore cadendo dagli [alberi]. Quauhtli, l'aquila. É una variante dell'Aiâh ebraico, dell' Ha-Hi-Ahi egiziano, con lo stes-so senso di avversario che si precipita dall'alto sul gregge, poiché Quauh si può trascrivere: Koh, vertex, punto culminante del cielo; Ha, adversus, nemico; Hoe, grex, greggi. Abbiamo già detto il significato del suffisso Tli. Cozcaquauhtli, l'avvoltoio. Abbiamo visto che Quauhtli è il nome dell'aquila, dell'uccello da preda di grande levatura; Cozcaq si trascrive quasi letteralmente in copto: Kôs-Kak; ca-daver-abradere = cadavere-togliere raschiando. L'avvoltoio è ben "l'aquila che scarna il cadavere". Olin, il movimento. Questa traduzione è di concezione moderna, è un'astrazione. L'egizia-no, più concreto, diceva: andare e venire: Hôl, vadere; En, venire. Tecpatl, la selce. Il copto ci dà una buona definizione di questo oggetto sotto la stessa
forma: Tik-Pa-Djêr; Tik, scintilla, scintilla; Pa, qui pertinet ad aliquem, che serve a...; Djêr, acutus-asper, aguzzo, puntuto, rude. La selce è un oggetto acuto, puntuto, rude, che serve a produrre scintille. Abbiamo apparentemente, in questa definizione molto arcaica, l'origine della scoperta del fuoco; è sfregando due selci per farne delle armi che l'uomo ha visto scaturire delle scintille che hanno incendiato delle foglie morte vicine; da questo fatto iniziale ha dovuto venire il nome che egli ha dato alla selce. Da qui alla venerazione religiosa della pietra che contiene il genio del fuoco, non c'è che un passo. Quiauitl, la pioggia. Per comprendere questa parola, noi traiamo dal copto: Kouï- Hêu- Hi-Tel, cioè Aliquantulum-Cadere-Super-Fluxus: Una piccola quantità-Cadere-Dall'alto- Fluido: Il fluido che cade dall'alto per piccole quantità. Xochitl, il fiore. La prima sillaba di Xochitl riproduce quella del nome del fiore in copto: Kasch ebio. Kasch ebio si scompone in Kasch Hê Bi Ô, ossia in latino: Caulis- Offerre-Facies-Portare-Ens, e in italiano: Gambo-Offrire-Bellezza-Portare- Essere, da cui la molto poetica designazione del fiore: Ciò che, sullo stelo, offre la bellezza e porta la vita. Più semplicemente l'azteco trascritto dirà: Kasch-Hi-Djêr; Caulis-Super-Varius; Gambo- Su-Che è di diversi colori; ossia: Ciò che sul gambo è di differenti colori. O, se si traduce Hi con germinare, produrre: Ciò che, sul gambo, produce e che è di colori diversi. Quanto al nome del giorno, Tonalli, eccoci alla traduzione col copto: Tosch, determinare, delimitare; Nau, tempus, tempo; Le, pars, parte; L, exire, durare, esistere; in chiaro: La parte di durata che delimita il tempo. Eccoci arrivati alla fine del nostro esame; tutti i nomi di giorni senza eccezione hanno trovato la loro perfetta corrispondenza morfologica e la loro completa spiegazione semantica nel copto. Si può desiderare prova più convincente della stretta parentela dell'azteco col copto? Queste lingue sono due sorelle di età differenti, ma nate dalla stessa madre: l'egiziano. Come l'America precolombiana avrebbe appreso l'egiziano se non dagli egiziani che vi sono andati, senza dubbio per primi dopo il Diluvio, quando Dio aprì loro dodici cammini nel mare, partendo dalla terra d'Africa, con la surrezione di Atlantide e delle isole vicine? É così che il Creatore, dopo aver diviso le terre con l'inondazione universale, ne assicurò il ripopolamento gettando dei ponti tra i continenti. Verosimilmente ci mancherà il tempo per intraprendere un giorno sulla lingua azteca il lavoro al quale ci siamo dedicati per i nomi dei re d'Egitto. Nondimeno avremo indicato la via che deve permetterne la completa comprensione fornendone le sorgenti. Ecco un esempio. Beuchat38 scrive (p.356): « Nel manoscritto n° 3 della Bib. Nat., il nome di un individuo chiamato Anahuacatl è reso dalla figura a destra; cioè Atl, acqua, Nahuatl, parola, essendo il segno dell'acqua girato dalla stessa parte di quello che serve a designare la parola.» Per il chiarimento di quanto segue, ricordiamo subito che il geroglifico ordinario dell'acqua non curvata è come indicato a sinistra. Osserveremo inoltre che Nahuatl e Atl combinati non ricostituiscono integralmente Anahuacatl. Cerchiamo una traduzione integrale con il copto; Anahuacatl si trascrive: Ha Hna Ouah Kha Tel Caput Voluntas Injicere Contra Fluxus; Capo Volontà Proferire In senso contrario Fluido (acqua); "Il capo la cui volontà proferita ha fatto scorrere l'acqua in senso contrario". 38 - Manuel d'Archéologie Américaine, Picard, Parigi, 1912. Anahuacatl Geroglifico ordinario
La parola è, in effetti, la volontà proferita. Questo Anahuacatl è dunque una sorta di mago, senza dubbio contemporaneo di uno dei grandi miracoli biblici e a cui i suoi concittadi-ni ne hanno attribuito l'onore per averne ignorato l'autore. La grafìa conferma d'altronde la nostra interpretazione poiché vi si vede una testa, un capo, che parla all'acqua e la fa girare verso di lui.
orso in piedi
segue...
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