PIRAMIDI BOSNIACHE

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INDYGOKU
view post Posted on 17/12/2010, 17:54




Analisi del Politecnico di Torino confermano la natura artificiale della Piramide del Sole in Bosnia
Nuove analisi di laboratorio hanno confermato che la Piramide del Sole fu costruita con cemento artificiale.

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Recenti risultati emersi dalle analisi indipendenti di laboratorio eseguite in Italia presso il Politecnico di Torino ha confermato che i campioni di arenaria e blocchi di conglomerato raccolti la scorsa estate in Bosnia presso la Piramide del Sole furono prodotti artificialmente dall'uomo mescolando e lavorando diversi materiali. Nella nuova analisi effettuate dal Dipartimento di chimica del Politecnico di Torino, sia l'analisi chimica che diffrattometrica confemano che il materiale raccolto simile al cemento consiste di materiale inerte e poroso che pare simile all'antico calcestruzzo romano.

Dall'analisi del laboratorio è inoltre emerso che i campioni di arenaria raccolti dalla copertura degli strati di cemento (l'involucro esterno) dalla Piramide del Sole in Bosnia, hanno la stessa composizione del calcestruzzo stesso. L'unica differenza consiste nel materiale inerte utilizzato per la fabbricazione, che risulta molto più piccolo (a grana fine). Il rapporto specifica che anche gli aggregati che tengono assieme il calcestruzzo (inclusa l'arenaria - l'involucro) sembrano essere frutto del riscaldamento ad alta temperatura di argilla (caolinite e muscovite) e materiali calcarei (dolomite calcite), elementi tipici dei processi dell'industria chimica, che trasforma i minerali in cemento per costruzione.

Dopo le conferme del Kemal Kepetanovic Institute presso l'Università di Zenica e l'Istituto francese Geopolymer guidata dal Prof. Dr. Joseph Davidovits, un altro riconoscimento indipendente proveniente da un istituto riconosciuto ha confermato l'uso di materiali artificiali per la costruzione delle Piramidi Bosniache.

Ecco il contenuto delle mail a conferma della notizia resa nota dal sito fonte:

From: -email-
To: -email-
Subject: Result of the chemical analysis of concrete from the pyramid of the Sun
Date: Mon, 14 Dec 2009 03:59:16 +0100

Caro Dr. Osmanagich,

Grazie per le ultime notizie che ci ha inviato.
Desidero comunicarVi una notizia che troverete interessante. Durante la nostra visita a Visoko la nostra squadra ha raccolto alcuni campioni di calcestruzzo e pietra arenaria dalla Piramide del Sole. Li abbiamo portati presso il Dipartimento di Chimica presso il Politecnico di Torino per l'analisi. In questo reparto, ci è un laboratorio specializzato in analisi dei materiali da costruzione. Il risultato delle analisi chimiche e le analisi della diffrattrometria confermano che sia il cemento è composto da materiale inerte e poroso che parrebbe essere stato fatto in modo simile al cemento creato dagli antichi romani, come risulta dalla relazione.

La pietra arenaria "che abbiamo raccolto dalla copertura dagli strati di cemento sulla Piramide del Sole ha la stessa composizione del calcestruzzo anche se fatto con materiale inerte più piccolo". Il rapporto prosegue dicendo che la parte vincolante del cemento (e la pietra arenaria) sembra essere stata fatta tramite il riscaldamento ad alta temperatura dell'argilla (calotte e muscovite) e materiali calcarei (dolomite e calcite) che li ha trasformati in un materiale simile al cemento.
La relazione conferma le vostre ricerche e abbiamo pensato che siano di Vostro interesse.
Complimenti per il Vostro lavoro.
Con i migliori saluti.

Giancarlo Barbadoro

fonte: www.altrogiornale.org/news.php?extend.5960
 
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INDYGOKU
view post Posted on 17/12/2010, 18:53




I cevapi e il faraone



Tre antiche piramidi nascoste sotto le colline della Bosnia centrale: bufala o scoperta sensazionale? In Bosnia non si parla d'altro, e attorno alle piramidi comincia già a fiorire il turismo, tra folklore bosniaco e echi dell'antico Egitto...

uno dei pochi eventi che riesce a scuotere l’opinione pubblica in Bosnia ed Erzegovina. Non stiamo parlando dei cambiamenti costituzionali, dell’indipendenza del Montenegro, delle prossime elezioni o del numero di persone indiziate per crimini di guerra che progressivamente finiscono nelle mani delle varie polizie. Stiamo parlando di quanto sta avvenendo a Visoko, una cittadina a circa 30 kilometri da Sarajevo, dove l’autunno scorso, un archeologo dilettante, Semir Osmanagic ha annunciato al mondo di avere scoperto le prime piramidi bosniache.

Una conferma?

La settimana scorsa, un geologo egiziano, Aly Abd Barakat, inviato dal Cairo per verificare l’autenticità della scoperta sembra aver dato una prima importante conferma alla scoperta di Semir Osmanagic. “Secondo me ci troviamo di fronte ad una piramide primitiva di un tipo finora sconosciuto.... è difficile per la natura creare blocchi di pietra simili”. Il geologo egiziano sembra dunque aver confermato che le pietre trovate sul sito della piramide sono opera umana e non naturale, tale conferma viene sia dalla forma delle pietre che dalla loro inclinazione. Inoltre, la sabbia trovata tra i vari strati di roccia sembra essere simile al cemento che era stato usato nelle piramidi di Giza.

La scoperta delle piramidi a Visoko, cittadina famosa per le salsiccie e la pelletteria, ha i contorni tipici di una storia bosniaca, perennemente in bilico tra la scoperta sensazionale e la farsa di periferia. La piramide di Visoko è tutt’altro che invisibile: semplicemente è la collina che sovrasta la città: sono gli occhi di tutti da sempre. La cittadina è infatti adagiata ai piedi di una collina che ha una forma piramidale, sorprendentemente regolare, foto e stampe d’epoca l’hanno ritratta da sempre così.

Le prime ricerche

È su questa collina che si è concentrata l’attenzione di Semir Osmanagic nell’agosto del 2005, quando ha cominciato i primi sondaggi. In breve questa è divenuta la Piramide del Sole. Ma non basta, poco dopo, Osmanagic ha scoperto altre due piramidi, la piramide della Luna e quella del Dragone, più piccole e meno evidenti. Osmanagic, che ama indossare un cappello da cowboy è ben presto stato rinominato l’”Indiana Jones bosniaco”. Le piramidi, secondo Osmanagic sono vecchie di circa 12,000 anni ed appartengono ad una civiltà che fioriva in Bosnia, mentre il resto d’Europa era coperto di ghiaccio. La stessa piramide del sole è alta 220 metri, notevolmente più alta delle piramidi in Egitto.

Tutte queste piramidi sono ora coperte di terra e vegetazione, che le fanno assomigliare alle innumerevoli colline bosniache.... ma gli scavi, iniziati nell’aprile scorso hanno portato ben presto alla scoperta di lastroni di pietra squadrati e inclinati verso l’alto. Oltre a ciò tutta una serie di indizi e prove che sembrano indicare che qualcosa in effetti ci sia sotto la terra e gli alberi: le colline-piramidi sembrano dissipare il calore in modo maggiore che le aree vicine, indizio dell’esistenza di una serie di tunnel, che dopo esser stati esplorati sembrano indicare anch’essi di essere opera dell’uomo. Ben presto, è stata creata una fondazione, “La fondazione del parco archeologico delle piramidi del Sole bosniache” (www.piramidasunca.ba), che con un sito aggiornatissimo tiene informati sugli sviluppi degli scavi e raccoglie l’interesse dei possibili donatori.

Ma la comunità scientifica dice no...

La comunità scientifica bosniaca si mostra più che scettica della scoperta di Osmanagic e in Aprile in una lettera aperta pubblicata sui maggiori giornali bosniaci, 21 scienziati e esperti hanno messo in dubbio la scoperta di Osmanagic, definendo l’intera vicenda un brutto circo. Più di recente, Blagoje Govedaric insegnante di archeologia dell’Europa orientale, dalle colonne di Dani ha smentito ancora una volta la tesi di Osmanagic, tacciandolo di dilettantismo e dicendo sostanzialmente che prima o poi l’opinione pubblica mondiale si renderà conto dell’insensatezza delle teorie di Osmanagic e ciò potrebbe coprire di ridicolo l’interao paese. I detrattori di Osmanagic sostengono che le pietre trovate sul fianco della montagna non sono altro che pietre tombali di un’antica necropoli medievale collegata ai resti medievali presenti in cima alla “piramide”. E qui, dicono, nulla di nuovo, perchè tale cittadina medievale è conosciuta da sempre.

Una copertura mediatica mondiale

Ma la storia, ha ricevuto una copertura mediatica mondiale. Le maggiori testate hanno coperto la vicenda: CNN, BBC, ZDF, CBS, il New York Times, l’International Herald Tribune, il National Geographic hanno coperto la storia dando risonanza mondiale alle scoperte di Osmanagic. Il tono dei media è doverosamente scettico senza sbilanciarsi, ma ogni servizio dei media finisce puntualmente sul sito web della Fondazione.... In Italia, solo l’Ansa e l’Osservatorio dei Balcani sembrano avere coperto la storia. La presenza dei grossi media internazionali e della CNN sembra dare un crisma di ufficialità alle scoperte di Osmanagic, che nel frattempo è assurto a personalità mediatica, grazie anche alla telegenicità del suo look e al perfetto inglese che può sciorinare di fronte alle telecamere.

La visita alle piramidi

La città di Visoko sta vivendo un momento senza precedenti nella sua storia. L’area attorno alle piramidi è divenuta infatti il teatro di visite domenicali di frotte di turisti/curiosi attratti dalla vicenda. Così la visita alle piramidi ha sostituito il tradizionale pic nic sul fiume. Venditori di magliette, di cappellini, piramidi in miniatura hanno popolato le strade di Visoko e le zone adiacenti agli scavi. Il pendio della piramide è infatti costellato di case e le strade che portano agli scavi sono strette e estremamente trafficate. Gli abitanti del villaggio hanno trasformato i propri giardini in parcheggi e chi aveva un frigorifero lo ha riempito di bibite da offrire agli accaldati curiosi che si inerpicano lungo i ripissimi sentieri che portano agli scavi. La trovata più geniale sono forse i “Cevapi del Faraone”: a metà strada della salita verso gli scavi, un’improvvisato ristoratore prepara i cevapi sulla sua griglia personale e li serve ai passanti in un’improvvisata “cevabdzinica” a cielo aperto. I più ingegnosi sono probabilmente dei bambini rom, di età tra i 8 e i 12 anni che si improvvisano guide turistice e accompagnano i turisti verso la zona degli scavi, mostrando cosa sta succedendo e spiegando gli svilupppi futuri della “valle delle piramidi bosniaca”. Nella salita verso la parte sommitale della collina-piramide, accanto al sito principale, si possono facilmente rinvenire altre aree di scavo che hanno portato alla luce ulteriori strati di pietre sovrapposte. Negli ultimi giorni, gli scavi sono inizati anche sulla cosiddetta “piramide della Luna”.

Fiaba o barzelletta, le piramidi di Visoko sono uno dei temi dominanti della quotidianità bosniaca. A molti bosniaci non pare vero che nella loro terra vivesse una popolazione antichissima precedente alle altre civilizzazioni europee. Questa teoria ben si accompagna con alcune teorie simili che erano circolate durante il conflitto. La scoperta, o presunta tale delle piramidi, sembra avere un effetto decisamente benefico sui cittadini bosniaci e da loro la possibilità di sognare e di distogliere il pensiero dalle problematiche della Bosnia di Dayton che non sembra poter uscire dalla crisi economica e impasse politica. L’atteggiamento è generalmente prudente, ma ognuno in cuor suo nutre la speranza che Semir Osmaganic sia nel giusto. E se alle prossime elezioni si presentasse il “partito delle piramidi”?

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fonte: www.margheritacampaniolo.it/archeo/bosnia.htm
 
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view post Posted on 17/12/2010, 22:00




Le nuove vie di accesso sotto le Piramidi di Bosnia – Rapporto Dicembre 2010 a Ravne (Prima Parte)

Molti lettori sanno che celebri geologi e archeologi hanno messo in dubbio l’artificialità delle Piramidi della valle di Visoko e addirittura anche la presenza di una civiltà anticamente presente in questi luoghi e soprattutto di un livello tecnologicamente elevato. Ma, man mano che si procede negli scavi, viene sempre più alla luce la presenza di un enorme labirinto sotterraneo antichissimo sempre più elaborato e sofisticato. Così dopo le ultime notizie giunteci telefonicamente dai tunnel di Ravne abbiamo organizzato molto rapidamente una nuova spedizione scientifica congiunta dell’Università di Trieste e di Milano in collaborazione con la Fondazione che cura gli scavi. Ciò che abbiamo visto questa volta è stato ancora più stupefacente delle volte precedenti e abbiamo deciso di pubblicarlo immediatamente, ma siamo solo ancora all’inizio….

I cosiddetti tunnel di Ravne si trovano a circa tre chilometri dalla Piramide del Sole, alla cui base è sorta successivamente l’odierna città di Visoko, ex capitale dell’antico Regno di Bosnia.
Da sempre abbiamo considerato questa struttura, e proprio di struttura stiamo parlando e non solo di semplici tunnel scavati nella roccia, come le griglie del condizionatore che alimentava d’aria pulita, rigenerata e fresca la struttura sotterranea che si trova ad Ovest della Piramide del Sole.

Una struttura interamente costruita in calcestruzzo antico e poi ricoperta di quasi 20 metri di terra, disposta come le spirali presenti all’interno di in una moderna apparecchiatura fatta per rigenerare l’aria, costituita da un complesso sali-scendi di tunnel e creata allo scopo di determinare la disponibilità di un flusso continuo d’aria che anche avvolgesse i monoliti presenti nella struttura stessa.

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Abbiamo studiato a lungo gli ambienti intorno ai monoliti



Questi monoliti, la cui potenza taumaturgica stiamo ancora analizzando (forse stimolatori della produzione di endorfine attraverso complessi campi magnetici o energetici), come un ozonizzatore presente all’interno di un condizionatore, erano un valore aggiunto dal sapore curativo al flusso d’aria che giungeva dall’esterno all’interno della struttura sotterranea.

Sappiamo che ad un certo punto deve essere successo qualcosa e la civiltà che ha costruito i tunnel di Ravne o forse una successiva civiltà che ne faceva uso, probabilmente per difendersi da un pericolo esterno o per confinare un pericolo all’interno, ha deciso di sigillare gli stessi tunnel con della terra per una cospicua lunghezza.

Nel primo caso ipotizzabile di necessità della sigillatura dei tunnel, ossia di pericolo esterno, questa civiltà ha agito più o meno come faremmo noi al sopraggiungere di un tornado. Perché sicuramente bloccheremmo le persiane della nostra casa con delle assi e dei chiodi per evitare che il potente getto d’aria e d’acqua penetri all’interno dell’abitazione facendo sollevare l’intero tetto e distruggendo totalmente l’edificio.

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Un tunnel ancora sigillato con terra, ma a quale è stato rimosso il muretto di pietre a secco che ne chiudeva l’estremità



Nel secondo caso, ossia di pericolo interno, e questa è anche la nostra ipotesi, qualcosa è sfuggito di mano o è esito di un conflitto bellico e allora la terra utilizzata per sigillare parte dei tunnel ha evitato la contaminazione del mondo esterno.

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Due tunnel ormai desigillati che si dipartono a “Y”



Così agirono i costruttori del labirinto di Ravne, che sicuramente pensarono che la terra con la quale furono sigillati i tunnel, al passato pericolo, poteva essere rimossa facilmente, così come era stata posta, ristabilendo la continuità della loro struttura e senza comprometterne gravemente la sua elaborata funzionalità.

Ma qualcosa di imprevisto è successo e la continuità non è stata più ristabilita e sono occorsi tre anni agli operai della Fondazione Bosniaca della Piramide del Sole, che cura gli scavi sin dall’inizio delle scoperte nella Valle di Visoko, per liberare solo in parte questa struttura dalla terra con cui fu riempita migliaia di anni fa.

Infatti, dopo circa 400 metri dall’attuale entrata principale dei tunnel (ne esistono di accessorie), si è giunti finalmente ad una porzione non più chiusa dalla terra da circa una settimana (siamo a Dicembre 2010) e così prima o poi doveva essere, perché ovviamente questa barriera non poteva riempire tutta la struttura per l’intera lunghezza e necessariamente si sarebbe giunti ad una porzione non più sigillata.
Come ho detto prima, questo momento è giunto ed è caduto all’improvviso l’ultimo diaframma.

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Il capo operaio e artefice della scoperta, Amir Suša, a cavalcioni del diaframma da poco abbattuto e che ha aperto la sezione desigillata



Pertanto queste nuove sezioni dei tunnel appaiono quasi totalmente libere nel loro volume, tranne qualche apparente collassamento nel loro contesto, ovviamente determinato dall’assenza di terra che poteva sostenere le volte.

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Sbirciando oltre l’ultimo diaframma ecco quello che si vede: l’ingresso ad un mondo sconosciuto


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Accucciandoci all’ingresso alla nuova sezione del tunnel si vede perfettamente la galleria, bassa circa 120 cm e con acqua limpidissima sul fondo


Quindi paradossalmente i tratti che sono stati sigillati, una volta liberati, sono meglio conservati di quelli liberi, mentre i tratti non sigillati in alcuni punti presentano dei mucchi di terra.

Questa è l’interpretazione più accettata per ora. Ma secondo noi i mucchi di terra non provengono dalle volte che appaiono integre, ma sembrano gettati lì di proposito in un primo tentativo di sigillare i tunnel, ma senza successo perché questi mucchi non hanno raggiunto la volta. Tentativo riuscito più verso l’uscita con la totale sigillatura del lume dei tunnel.

Ma fino ad ora per questi ultimi tratti non si è ancora trovato un vero termine e la lunghezza smisurata sembra promettere altrettanta superficie da esplorare, alla ricerca delle vestigia della Civiltà di Visoko.

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Se si prosegue avanti si arriva al primo bivio a “Y”



Dopo alcuni brevi incursioni esplorative nei tratti appena scoperti, abbiamo deciso di svolgere una indagine più accurata ed estesa sull’antica struttura nelle gallerie appena scoperte.
Questo articolo è pertanto il diario preliminare di questa ricerca che ci ha decisamente coinvolto e per più versi non è stata scevra da un’elevata dose di pericolosità. Ma il camminare laddove da migliaia di anni nessuno era mai più passato ha avuto per noi il fascino proibito di aprire ed entrare in un Vaso di Pandora.

Già, aprire un Vaso di Pandora, e questa e la frase che sintetizza di più la nostra esperienza. Ma dal Vaso regalato da Giove a Pandora non si sa cosa possa uscire. Forse per noi è come la prima volta che Pandora, contravvenendo alla volontà di Giove, aprì il Vaso facendo uscire tutti i mali dell’Umanità, oppure la seconda volta quando ne uscì la Speranza?

Per il momento non siamo ancora riusciti a capirlo.

La spedizione scientifica multidisciplinare abilitata a questo studio, si è composta in questa occasione di cinque elementi, Amir Suša, capo operaio direttore dei lavori di scavo, la dott.ssa Sara Acconci, archeologa, coordinatrice e responsabile degli scavi per conto della Fondazione Bosniaca della Piramide del Sole, il prof. Paolo Debertolis, antropologo (Università di Trieste), la dott.ssa Valeria Hocza, assistente scientifico, la prof.ssa Lucia Krasovec Lucas (Università di Milano), architetto.

Secondo gli studi svolti dalla prof.ssa Krasovec Lucas la struttura e la forma dei cunicoli, per come si sono palesati sino ad ora, rimandano alle suggestive architetture di A. Gaudì, specialmente per quanto riguarda le realizzazioni nel sottotetto delle case Batlò e Milà a Barcellona.
L’architettura della struttura può richiamare in qualche modo le teorie del Feng Shui, letteralmente vento e acqua, attraverso l’utilizzo del materiale di costruzione, la dislocazione delle pietre monumentali e l’andamento delle direttrici dei cunicoli.
I tunnels di Ravne finora scoperti sono realizzati utilizzando archi paraboloidi e, al posto di pietra o mattoni, sono costruiti con una miscela di “calcestruzzo” particolare che difficilmente potrebbe venir considerata una “formazione naturale”, anche per la serialità dei cunicoli che vanno chiaramente a formare una specie di rete sotterranea.

Questa rete, nella configurazione resa ipotizzabile da quanto emerge dagli scavi, sembra avere un andamento circolare e seriale, dove la comunicazione tra i tunnels non viene mai interrotta, per cui si potrebbe pensare ad una situazione strutturale a forma di alveare o meglio a quella degli alveoli polmonari. In questo senso, viene spontaneo pensare anche alla Rete di Hartmann dove i muri “a secco” in corrispondenza delle biforcazioni dei cunicoli appaiono, in questa fase di ricerca, simili ai Nodi del reticolo elettromagnetico individuati sui punti di incrocio della griglia di Hartmann.

Ma questo sarà argomento di un prossimo lavoro scientifico svolto direttamente dalla Prof.ssa Krasovec Lucas, chiamata a compilare una nuova mappa strutturale dei tunnel di Ravne.

La sezione appena aperta rappresenta la via di accesso finalmente libera all’intero sistema alveolare e abbiamo decisa di iniziare ad esplorarla.

Bisogna anche dire che la nuova sezione appena scoperta ha una volta molto bassa e non si riesce a rimanere in piedi; è ripiena d’acqua per un’altezza che va dai 10-20 cm a circa mezzo metro. Per la quasi totalità del percorso bisogna procedere a quattro zampe o con le ginocchia piegate.

Non appare intenzionale la presenza d’acqua, ma sembra causata dalla mancanza di drenaggio determinata dalla terra che ostruisce il fondo della galleria.

Ci siamo pertanto suddivisi in due gruppi. Uno di supporto, la dott.ssa Hocza e la prof.ssa Krasovec Lucas e un gruppo di vera e propria esplorazione e documentazione fotografica, il sig. Susa, la dott.ssa Acconci ed il prof. Debertolis.

Il gruppo d’esplorazione era dotato di stivali alla pescatora in gomma, peraltro rivelatisi assolutamente insufficienti, casco con lampada, lampade portatili e macchine fotografiche resistenti all’acqua.

Alcuni giorni prima alcuni sommozzatori avevano analizzato parte del percorso per accertarsi che non ci fossero pozzi, ma senza eseguire alcuna documentazione, né procedere ad un’analisi scientifica. La nostra è stata la prima analisi scientifica che ha cercato di svelare parte dei segreti.

Bisogna dire che tutto il percorso è ripieno d’acqua e non ci si trova quasi mai in tratti all’asciutto se non in corrispondenza di piccoli tratti che protrudono dal fondo della galleria, costituiti da terra di riporto. Ma danno un certo sollievo perché ci si ritrova all’asciutto e permettono di riposare un momento. Superarli diventa poi complicato perché richiedono di strisciare giungendo circa a 60 cm dalla volta. Questo ci ha fatto capire che per una simile esplorazione l’attrezzatura più adatta è la muta da sub.

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Il procedere nel tunnel dà una sensazione assolutamente claustrofobica



Dall’apertura che dà l’accesso ai tunnel si deve procedere a quattro zampe per riuscire a superare un tratto con una volta molto bassa di circa 120 cm con circa 20 cm d’acqua e alla fine questa finisce con l’essere la posizione, si fa per dire, più comoda per proseguire.

Camminare con le ginocchia piegate in una posizione quasi seduta sui talloni, invece, se è una buona posizione per non bagnarsi, stanca eccessivamente anche solo dopo qualche decina di metri.

All’ingresso del tunnel un muro di pietre di contenimento sulla destra ben strutturato sul quale i sommozzatori avevano segnato con la matita un riferimento per ritrovare l’uscita e che ha fatto ben arrabbiare l’archeologa del nostro team per la contaminazione dell’ambiente chiuso da migliaia d’anni (oltre ad un pacchetto di sigarette vuoto abbandonato nell’acqua poco più avanti). Ma si può quasi scusarli trattandosi di una cavità totalmente al buio e la necessità di un segnale per l’uscita.

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Il muretto di contenimento della parete, questa volta cementato, segnato al centro con la matita dai sommozzatori.


Questa volta non si trattava di un muro a secco, ma di pietre ben cementate tra loro con un legante molto simile a quello che tiene assieme le volte in conglomerato e molto ben strutturato.

Successivamente il tunnel si divide a “Y” e il ramo di destra si suddivide in un’ulteriore “Y” secondo la logica già spiegata della struttura ad alveare.

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Il ramo a sinistra è il più claustrofobico.



Il ramo di sinistra porta ad un fondo cieco dopo circa una cinquantina di metri (vissuti a carponi), il destro porta ad un altro tunnel che appare libero, ma che non abbiamo potuto esplorare nella sua totalità vista la lunghezza e l’altezza dell’acqua ben superiore, ma che ad un certo punto presenta pareti costituiti di pietre poste in bell’ordine, ben cementate ed in parte addirittura smaltate.

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Il ramo a destra è il più ben composto con ampi muri di sostegno alle volte.



Dopo aver cozzato più volte con il casco sulla volta ci siamo resi conto che il conglomerato era molto più fragile di quello delle porzioni sigillate con la terra. Bastava battere solo leggermente il capo sul tetto della volta per procurare piccoli crolli.

L’impressione nelle porzioni le cui pareti apparivano delimitati da muri ben ordinati è che si trattasse ancora di tunnel di servizio, ma questa volta senza limiti di sorta.

Abbiamo osservato alcuni interessanti fenomeni.

Quello che ci ha colpito di più è la presenza di strane nebbie molto concentrate biancastre o bianco-bluastre che si materializzavano a momenti nel tunnel per poi scomparire repentinamente o muovendosi abbastanza repentinamente fino ad allontanarsi, probabilmente mossi da flussi d’aria altrettanto repentini; anche se questa interpretazione appare discutibile in quanto si muovevano anche in senso contrario, cambiando spesso traiettoria.

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Una SBI che ci sembrava osservare all’interno del tunnel di sinistra.



D’altra parte se si fosse trattato di gas rimasto intrappolato nella galleria si sarebbe disperso al nostro passaggio, mentre rimaneva al contrario concentrato muovendosi intorno a noi. Pertanto tale fenomeno rimane per ora inspiegabile.

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Ancora la stessa SBI che è rimasta ferma circa un minuto.



Ciò a momenti ha reso quasi impossibile l’esecuzione di fotografie perché a volte schermavano il lampo del flash impedendo una corretta esecuzione dell’immagine, in quanto si ponevano tra noi e il soggetto della nostra foto.

Questo tipo di nebbie si sono poi diffuse in maniera modesta anche nel resto dei tunnel già aperti creando buffi fenomeni di materializzazione e smaterializzazione tali perfino da allarmare il gruppo di supporto che non credeva ai propri occhi. D’altra parte questi fenomeni non si sono mai verificati in precedenza nelle altre sezioni del tunnel prima dell’apertura della nuova sezione.

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Un SBI che ruota intorno al gruppo di supporto



Potrebbe essere utile la visione del video raccolto di uno di questi curiosi fenomeni dal nostro gruppo di supporto ( qui:https://www.youtube.com/watch?hl=en&v=i-9Z5IWYe6o&gl=US)

Ma, sapete, non sempre un fenomeno sconosciuto deve per forza allarmare. La mia preoccupazione, come medico e che non si trattasse di nebbie tossiche frutto di fermentazione di prodotti organici, ma in definitiva non è parsa questa la loro origine. L’acqua sul fondo del tunnel appariva limpida e in nessun caso vi era torbidità, se non dopo il nostro passaggio che smuoveva la sabbia dal fondo.

L’ambiente era praticamente ad entropia zero con l’acqua della stesa temperatura dell’aria e dell’ambiente circostante. La temperatura di questo sistema era circa di 12-14 °C.

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Un SBI che viaggia su fondo di una vecchia sezione del tunnel



Ne abbiamo fotografato uno che è rimasto immobile per quasi un minuto, ma almeno apparentemente, per ora non abbiamo rivelato pericolosità in essi. Con senso del humor tipicamente balcanico abbiamo deciso di chiamarle “SBI” (Šau-Bau Identity).


Un'altra curiosa annotazione che va rilevata dalla nostra esplorazione è la presenza di forti incisioni sulle pareti poste nella porzione più avanzata del tunnel di destra.

Come visibile dalle immagini allegate sembra che con un attrezzo metallico dotato di tre punte siano stati approfonditi dei solchi sullo strato sabbioso di una parete del tunnel di destra costituita più avanti da pietre rotonde. Sembravano come i segni di una mano che fosse stata dotata solo di tre unghie o avesse deciso di usare solo tre dita. Questo perchè la distanza tra i solchi appariva incostante.

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Le incisioni, simili a graffi, presenti sulla superficie sabbiosa del tunnel di centro



In questi frangenti bisogna mantenere i piedi per terra e non si può farsi prendere dalla suggestione.

Rimane comunque il fatto che qualcuno ha inciso in più punti quella superficie, tentando in un punto addirittura di scavarci dentro, come un carcerato incide le pareti della sua cella durante una lunga detenzione.

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Ancora altri graffi che sembrano aver tentato di scavare un buco nella parete dalla consistenza molto plastica


Ciò dimostra che una presenza c’è stata in quel luogo ed ha voluto, ma chissà quanti anni fa, lasciarci qualcosa. Ma chissà quale tragedia si nasconde dietro quei segni silenziosi. Qualcuno rimasto sigillato all’interno dei tunnel? Per ora non abbiamo trovato i suoi resti.

Al termine di questo elaborato scientifico vorremmo comunicare che abbiamo deciso di formare un nuovo gruppo di ricerca per studiare meglio i fenomeni e le strutture incontrate, costituito da scienziati dalla mente aperta anche se tutti provenienti dall’Università, che collabori costantemente con la Fondazione che porta avanti gli scavi nella Valle Bosniaca delle Piramidi.

Abbiamo deciso di denominarlo “SB Group”, dal nome della buffa entità incontrata nella nostra esplorazione e questo è il primo lavoro che pubblichiamo assieme. Le fotografie tutte prodotte dai diversi membri del gruppo portano ancora il logo del sito, ma che sarà presto sostituito dal nuovo logo del team in via di elaborazione.


Paolo Debertolis
Sara Acconci
Lucia Krasovec Lucas
Valeria Hocza

fonte: www.salviamoci2012.eu/forum/news.asp?id=83
 
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view post Posted on 18/12/2010, 15:29

Super Sayan

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Fantastico Indy.Praticamente una linea diretta col sito.Inoltre le ultime analisi dovrebbero aver sgombrato ogni dubbio sulla realta delle piramidi bosniache(mai messa da noi in dubbio ;) ).

orso in piedi
 
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INDYGOKU
view post Posted on 18/12/2010, 15:44




Hai visto che anomalie nei tunnel? Impressionanti.
Aspettiamo la seconda parte :B):
 
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view post Posted on 18/12/2010, 20:29

Super Sayan

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E si Indi.Veramente interessanti.Mi è venuto da pensare che la chiusura sia stata fatta per non far uscire e non per non far entrare :rolleyes:
Stiamo a vedere.ma la cosa non mi piace.

orso in piedi
 
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INDYGOKU
view post Posted on 18/12/2010, 20:39




Concordo, anch'io ho avuto la stessa sensazione......sigillata non a caso :wallbash.gif:
 
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naruto1982
view post Posted on 1/1/2011, 16:29




io dico la mia , da quelle parti si stava allagando tutto (diluvio , sglaciazione o varie) e hanno tappato tutto per proteggere l'interno della struttura.
 
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view post Posted on 1/1/2011, 20:36

Super Sayan

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Beh,naruto in questo momento tutte le ipotesi sono plausibili.Seguiamo gli sviluppi.
Pero di una cosa sono sicuro:le piramidi non erano strutture funerarie.

orso in piedi
 
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naruto1982
view post Posted on 3/1/2011, 23:22




e cmq il fatto che siano sigillate fa ben sperare l'assenza di saccheggi precedenti.. insomma c'è da seguire veramente con attenzione questa splendida esperienza di questi nostri connazionali a cui va il mio sincero augurio di riscrivere una storia oramai troppo legata a logiche conservatrici che sono tutto fuorchè scientifiche.
 
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kingleo
view post Posted on 4/1/2011, 01:55




So di andare controcorrente...ma mi sembra che in tutte queste ricerche il rigore scientifico (che sarebbe necessario) lascia il posto a ... Fantasticherie che inficiano la serieta' degli stessi studi.
L'ogetto osservato va studiato senza preconcetti e le ipotesi vanno costruite in base a FATTI osservati ( e non frutto di nostre credenze).
In questa lunga relazione si percepisce la voglia di trovare riscontri a proprie personali teorie piu' che ad uno studio asettico del manufatto.
Tanto per citare alcune incongruenze...si parla di civilta' millenarie che hanno costruito una rete di gallerie forse prima del diluvio o delle glaciazioni o di civilta' successive che hanno utilizzato le stesse....
C'e UNO straccio di carbone,resto vegetale, o quant'altro che possa dare una datazione alle gallerie ?
E se non c'e in base a quali DATI si puo' affermare che le stesse hanno migliaia di anni ( o decine di migliaia) ?
Trovo poco scientifico anche l'abbinamento alla rete di tunnel alle linee di Hartmann .
Mi risulta difficile pensare che un Archeologo possa redigere una relazione dove si faccia questo tipo di accostamento....new-age.
Almeno non un archeologo che insegna in un'universita'.
Lo si sente molto nei vari forum dove il " cazzeggio" e' la regola principale.
...come anche l'attribuzione del nome "entity" a delle "nebbie" presenti nelle gallerie vista la temperatura e l'altissima percentuale di umidita'.
Queste foto son gia' cominciate a girare nei forum...riprese dagli appassionati di "Orbs"...e quindi SICURAMENTE erano entita' rimaste imprigionate nei tunnel siggillati (forse quello che e' rimasto da chi si e' consumato le unghia a raschiare le pareti )...oppure sono I "guardiani" degli stessi....chi puo' dirlo ?
L'altezza dei tunnel induce a pensare che non siano stati costruiti per camminarci.
Una volta escluso l'uso pedonale, occorre trovare un uso " funzionale "...quindi o per motivi idrici ( acqua o fogne ) o per motivi di areazione.
La continua presenza di cemento idraulico, di ampie parti quasi "piastrellate"... Farebbe propendere per il primo utilizzo.
Senza andare sino in iugoslavia, basta andare a Palermo e Farsi qualche ora nelle DECINE di chilometri di gallerie scavate nella roccia che conducevano acqua alle Fontane delle reggie arabe. ( vi sono interessanti visite guidate molto istruttive).

Misteri...misteri...la vita e' fatta di misteri...che sono tali solo fintantoche' non si capiscono.
Ma a volte la VOGLIA di farli rimanere tali induce ad affrontarne lo studio da questa angolazione.

Ps: continuate a studiarli...ma prima di parlare di civilta' "preistoriche"...basterebbe trovare un pezzetto di legno abbandonato nei chilometri di tunnel...e poi parliamo di date.
 
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view post Posted on 4/1/2011, 14:24

Super Sayan

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Hai ragione KIng.In mancanza di prove.....
Ma vedi la fantasia al potere è perche gli eminenti studiosi ci vogliono far passare veri e propri modellini di aerei con manufatti di sola e pura fantasia perche altrimenti si dovrebbe riscrivere la storia? .Dovremo forse seguire le fantasie di questi signori?Personalmente accetto solo quello che è dimostrato al di la di ogni ragionevole dubbio,e non quello interpretato secondo convenienza.

orso in piedi
 
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kingleo
view post Posted on 4/1/2011, 15:27




Guarda che anch'io qualche anno fa la pensavo cosi.
Son dell'eta' che I libri di Peter Kolosimo li ho comprati TUTTI di Volta in Volta chr venivano scritti.
La teoria del complotto la Possiamo applicare a tanti settori...anche nell'archeologia.
Come tutte le scenze l'archeologia va con I piedi di piombo.
Prima di scardinare una teoria o una cronologia confermata da centinaia di studi ed analisi...non basta un ritrovamento occasionale...ed a volte sembra che ci si choirs a riccio.
Poi incontri qualche archeologo Vero (non noi forensi)...gli parli, gli fai delle domande...ottieni delle risposte ...che non troverai mai in internet.
...e ti senti un'idiota a pensare che con 4 link (sempre quelli) si sappia tutto della storia "misteriosa" dell'umanita.
Cominci a capire che I veri misteri son nella nostra mente.
Detto questo occorre anche lasciare un'angolo della mente al FATTO che ogni giorno si scoprono cose, manufatti che retrodatano e rivedono a volte radicalmemte le attuali teorie.
Ma questa e' il meccanismo di crescita di tutti I rami del sapere....archeologia inclusa.
Sai come la penso sulle Piramidi e come sto lottando contro I "poteri forti" ...ma Quando elaboro le mie "teorie", cerco per quanto possibile di lasciar dietro le spalle gli alieni, gli Annunaki, le linee energetiche, I flauti tibetani che sollevano le Pietre, gli atlantidei e la loro avanzatissima civilta', le entita' multidimensionali, I Giganti, ecc ecc
La storia dell'umanita e' piena di fatti ancora da chiarire senza disturbare tutti quelli sopra...e credimi...I ricercatori (quelli veri)...stan diventando sempre di meno.
ciaoenzo
 
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Pablito50
view post Posted on 4/1/2011, 17:17




Essendo il leader del progetto scientifico “SB Research Group” mi sento in condizioni di poter parlare anche a nome di tutti gli altri componenti del team e di rispondere a Kingleo.

Sono capitato su questo sito durante una ricerca su Internet sugli argomenti che stiamo studiando.

Per dire la verità l’articolo che avete citato e che abbiamo scritto insieme ai colleghi è di carattere più giornalistico che scientifico in quanto il bacino di utenza del sito “Salviamoci2012” sul quale è stato pubblicato è di pura divulgazione scientifica nonostante il nome provocatorio del portale.

Siamo perfettamente a conoscenza che il mondo archeologico avversa globalmente la scoperta di piramidi europee perché sarebbe costretto a rivedere parecchi dei suoi dogmi ed è per questo che da qualche mese abbiamo creato il nostro gruppo di ricerca multidisciplinare a base universitaria che collabora con la Fondazione che cura gli scavi e pertanto dispone delle autorizzazioni in delega del Governo Bosniaco. Io, ad esempio sono l’antropolologo del team.

Non si può affrontare il fenomeno connesso alle Piramidi di Bosnia solo dal punto di vista archeologico perché travalica il semplice scavo come nel caso dello studio della Civiltà Sumerica od Etrusca. Ossia abbiamo iniziato con lo stesso spirito e con molta curiosità e ci siamo resi conto che la cosa si faceva sempre più complessa, perché ci siamo scontrati con una tecnologia che superava le normali conoscenze del mondo antico e che in teoria non avrebbe dovuto esistere.

Ma quello che abbiamo visto in solo due-tre mesi di ricerca seria ci ha molto turbato.

Kingleo mi accusa di essere poco scientifico.
Dobbiamo misurarci sul numero di pubblicazioni prodotte in tutta la mia carriera? Perché sono parecchie, sia su riviste nazionali che internazionali. Inoltre devo dire anche che nella mia cattedra sulla quale insegno è anche compresa l’Archeologia Odontoiatrica? Ma, lasciamo perdere questi particolari!! I titoli non fanno la sostanza della ricerca.
Proprio perché si uscirebbe dal contesto di cui stiamo parlando che non accetto la sfida su questo piano.

Un conto è una pubblicazione scientifica che si fa alla fine di una ricerca, e qui credo che ci metteremo anni, un conto è la descrizione di ciò che abbiamo visto realmente descritto a sommi capi, perché le persone comuni, così come gli altri scienziati, siano a conoscenza dello stato delle nostre ricerche e di quello che stiamo facendo.

Ci chiedono delle prove. Un momento di pazienza.
Con tutti i campioni che abbiamo raccolto dobbiamo appoggiarci a laboratori collocati all’estero che ci facciano prezzi più ragionevoli a parità di efficienza (la scienza ha anche questo risvolto) cercando sul mercato i più affidabili.

Purtroppo l’Università, come leggete sui giornali ogni giorno, non ha soldi. Ottenere un finanziamento cospicuo è privilegio di pochi. Noi dobbiamo accontentarci dei nostri miseri fondi e dobbiamo spenderli bene, ma credo che abbiamo trovato gli agganci giusti ed entro sei mesi riusciremo a produrre non uno (come è stato già fatto all’Università di Upsala), ma almeno una decina di campioni che debba produrre gli stessi risultati.

Diciamo che siamo solo all’inizio. Ma non è stato divertente stare in ammollo in un tunnel alto 120-130 cm con quelle strane nebbie che ci circolavano attorno o con i segni di graffi di chi è rimasto bloccato nello stesso ambiente claustrofobico migliaia di anni fa. Il tutto a rischio della propria vita.

Sicuramente un ambiente più scomodo di chi, al contrario comodamente seduto in poltrona dietro la sua tastiera, si permette di dire che ci piace “cazzeggiare”.

Date un’occhiata anche ai video di noi al lavoro che abbiamo messo in rete qui: [URL]https://www.youtube.com/user/Salviamoci2012[/URL]

Comunque a scanso di equivoci a fine mese metteremo in rete il nostro sito completo per staccarci da un nome “Salviamoci2012” che sembra solo favorire le polemiche.
 
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INDYGOKU
view post Posted on 4/1/2011, 18:01




Caro Pablito è un piacere leggerti e ti dò il benvenuto in questo "neonato" forum che ha però delle radici molto profonde. Spero che ci terrai a conoscenza di tutti i risvolti e gli aggiornamenti sulla questione, facci anche sapere l'indirizzo del nuovo sito. Seguiamo da svariati anni l'evolversi di parecchi "misteri" su scala mondiale e ti assicuro che siamo dei "ricercatori di verità" accaniti e seri. Stiamo seguendo con interesse e ardore la vicenda delle piramidi bosniache e sapere che sei un menbro di quel team mi stimola e mi fa gioire non poco.
Per quanto riguarda King, ti assicuro che è un "VERO" ricercatore, mettendoci per primo la faccia e i fondi per portare avanti quello in cui crede e le proprie scoperte. La Sua è una natura scettica (non più di tanto tutto sommato) ma aperta e disposta ad accogliere qualsiasi tipo di ricerca fondata, sono sicuro che vi troverete daccordo su parecchi punti.

Dai King, parla delle tue scoperte e del tuo sito, del resto ancora in questo forum devi aprire una discussione che parla del tuo lavoro e della tua passione ;)
 
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264 replies since 17/12/2010, 17:54   9860 views
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